La destra italiana guarda alla destra americana, replicandone contenuti e slogan. Nulla di nuovo sotto il sole visto e considerato che Matteo Salvini ha pianificato l’intera scorsa campagna elettorale nazionale scimmiottando Donald Trump, ma nelle ultime settimane l’alchimia è tornata di moda grazie alla dilagante transfobia a stelle e strisce. In meno di 3 mesi sono state presentate oltre 200 leggi statali transfobiche, la stragrande maggioranza delle quali firmate da governatori repubblicani, con lo stesso tycoon che ha già promesso di voler bandire gli atleti trans* dalle competizioni sportive, nel caso in cui dovesse essere rieletto alla Casa Bianca.
Lia Thomas, 22enne nuotatrice che sta conquistando medaglie su medaglie a livello universitario, è diventata il bersaglio perfetto per una campagna politica che punta unicamente alla comunità transgender, mai come in questo momento al centro di attacchi diffamanti e discriminatori. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, non poteva certamente esimersi da prendere posizione sull’argomento, esplicitando il proprio sgomento proprio dinanzi alla giovane Lia.
“Come si può consentire ad una persona con la forza e la stazza di un uomo di competere a livello sportivo nella categoria femminile? Io lo trovo assurdo, oltre che discriminatorio nei confronti delle altre atlete“, ha scritto sui social l’ex ministra berlusconiana, dando in pasto ai propri follower un dibattito complesso e articolato qui presentato con voluta sciatteria. Come spiegato questa mattina ad Heather Parisi in un altro nostro post tutto dedicato al concetto stesso di ‘transfobia’, Lia Thomas è una donna di 22 anni. Fino a pochi mesi fa il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) consentiva alle donne transgender di competere nella categoria femminile se il loro livello totale di testosterone fosse al di sotto di 10 nanomoli per litro per 12 mesi. I livelli di testosterone diminuiscono rapidamente in seguito al trattamento ormonale: recenti ricerche confermano che su 250 donne trans, il 95% ha un livello di testosterone inferiore a 2 nanomoli per litro, al pari di quello di una donna cisgender.
Dopo due anni passati a consultare più di 250 tra atleti ed esperti, il CIO ha ora stabilito una volta per tutte che è sbagliato presumere che le donne trans possano avere un vantaggio automatico rispetto alle donne cisgender, cancellando l’invasiva pratica di analizzare i livelli di testosterone, per decidere se un’atleta debba gareggiare tra le donne o gli uomini. Dopo approfondite ricerche, il livello di testosterone presente non è più considerato il fattore decisivo nel determinare se le donne trans debbano essere autorizzate a competere.
Tutto ciò, ovviamente, a Giorgia Meloni e alla destra internazionale frega poco o niente. Anche il senatore leghista Simone Pillon, che ha oggi deciso di non partecipare all’intervento del premier ucraino Zelensky al Parlamento italiano, ha prontamente cavalcato l’onda transfobica in arrivo dagli Usa. “William, alias Lia, vince ancora tutte le gare femminili ma viene isolato dalle altre atlete”, scrive Pillon. “Sarò poco inclusivo, ma non trovo giusto che un uomo passi dal n. 462 al n.1 per una “autopercezione”. Non basta un costume intero per essere una donna. Fermeremo ancora il DDL Zan”.
Detto che decine di colleghe cisgender si sono pubblicamente esposte a sostegno di Lia, che si può quindi definire tutt’altro che isolata, e ribadito che il DDL Zan nulla c’entra con le atlete trans* nello sport, Pillon e Meloni hanno semplicemente indicato la strada che la destra italiana percorrerà da qui ad un anno, quando tutti noi saremo chiamati nuovamente alle urne. Una strada tristemente segnata, ancora una volta, dall’omotransfobia.
© Riproduzione RiservataWilliam, alias Lia, vince ancora tutte le gare femminili ma viene isolato dalle altre atlete. Sarò poco inclusivo, ma non trovo giusto che un uomo passi dal n. 462 al n.1 per una “autopercezione”.
Non basta un costume intero per essere una donna.
Fermeremo ancora il #ddlZan pic.twitter.com/jHC4Z04MMe— Simone Pillon (@SimoPillon) March 21, 2022
Ma non avete già da tempo ottenuto tutti i diritti paritari? A Giò e mò de che stai a lamentà? Donne quando ve fa comodo! Fateve i muscoli e tenetele testa! E non frignate continuamente.