L’ascesa di Stefanos Kasselakis, 35enne laureato in Economia alla prestigiosa Università della Pennsylvania e con un background decisamente inusuale per un esponente del partito di sinistra radicale greco, ha confutato le previsioni e sconvolto l’equilibrio all’interno del partito.
Con la sua elezione a nuovo leader, quello che in molti già definiscono “il Renzi greco” ha innescato una transizione radicale che si allontana dalla storica retorica anti-austerity e dal bagaglio post-marxista che ha finora caratterizzato Syriza, dopo che Alexis Tsipras, leader uscente salito al potere nel 2015 con una piattaforma fortemente contraria alle misure di austerità, ha ceduto le redini del partito a giugno, a seguito di ripetute battute d’arresto elettorali.
Inizialmente, sembrava che sarebbe stata Efi Achtsioglou, ex ministra del Lavoro e figura di continuità con la linea politica di Tsipras, la più papabile a raccogliere il suo testimone, diventando la prima donna alla guida di Syriza. Tuttavia, è in questo contesto che emerge invece Stefanos Kasselakis, sconvolgendo completamente il panorama e le aspettative all’interno del partito.
Giovane, dandy e popolarissimo sui social network, Kasselakis è una figura poliedrica che elude etichette e classificazioni riduttive.
Un migrante che ha fatto ritorno in patria – ed è forse per questo che in molti lo definiscono un “alieno” –, con una formazione accademica conseguita negli Stati Uniti e un curriculum professionale che include un’esperienza presso Goldman Sachs, la banca d’affari notoriamente coinvolta nella crisi finanziaria che ha sconvolto la Grecia con i suoi strascichi nel 2008.
Tuttavia, la sua sorprendente vittoria alla guida di Syriza è un evento degno di nota anche alla luce dei progressi compiuti dalla Grecia in materia di diritti LGBTQIA+. Negli ultimi anni, il paese ha visto una significativa evoluzione legislativa in questo ambito, posizionandosi come una delle nazioni più liberali dell’Europa meridionale.
L’orientamento sessuale di Kasselakis – apertamente gay e sposato con un infermiere americano – potrebbe influenzare la sua leadership e rappresentare un ulteriore passo in avanti per la comunità LGBTQIA+ greca, già sostenuta da un quadro legislativo in continua espansione.
Le leggi antidiscriminatorie, che coprono ambiti come l’occupazione e l’identità di genere, sono state implementate dal 2005, e il paese dispone di una delle normative più rigorose d’Europa in materia di crimini d’odio. Centri urbani come Atene e Salonicco, insieme a luoghi simbolo come l’isola di Mykonos, sono fulcri di una cultura LGBTQIA+ vivace, e i Pride annuali nelle principali città registrano una partecipazione sempre più massiccia.
Qui, gli interventi di “normalizzazione sessuale” sui bambini intersessuali sono già vietati dal 2022, mentre in cantiere vi è una legge per vietare categoricamente le terapie di conversione sui minori. Gay e bisessuali possono donare il sangue liberamente, a differenza di molti altri paesi – compresa l’Italia – in cui la procedura è sottoposta a rigidi protocolli di controllo non applicati però alle persone eterosessuali.
Un rapporto di ILGA-Europe pone la Grecia al tredicesimo posto tra 49 paesi europei per quanto riguarda i diritti LGBT. In questo contesto, la leadership di una figura come Kasselakis, che porta con sé non solo un diverso approccio politico ed economico ma anche visibilità per la comunità LGBTQIA+, potrebbe aggiungere un ulteriore livello di complessità al panorama politico greco ed Europeo, andando potenzialmente a influenzare positivamente l’approccio nazionale ed internazionale su tematiche legate ai diritti LGBTQIA+.
L’elezione di Stefanos Kasselakis alla leadership di Syriza ha tuttavia inevitabilmente polarizzato le opinioni all’interno del partito. Da una parte, vi sono coloro che lo percepiscono come un elemento estraneo, un outsider incompatibile con le radici radicali di sinistra del partito.
Dall’altra, una fazione – di cui fa parte anche lo stesso Tsipras – considera la sua ascesa come un’opportunità di rinnovamento, e forse anche come la chiave per un futuro trionfo elettorale sull’avversario esponente del partito conservatore e Primo Ministro, Kyriakos Mitsotakis.
“Ho conosciuto dall’interno il capitalismo e ho visto l’ingiustizia del denaro” spiega Kasselakis sui palchi della campagna elettorale.
Malgrado un’opposizione interna non indifferente, il nuovo esponente della sinistra radicale greca ha goduto di un considerevole sostegno, inclusi endorsement da personalità di rilievo come l’ex ministro Nikos Pappas.
Sebbene del suo programma politico si sappia ancora poco, gli elementi chiave della sua visione per il partito stanno emergendo con una certa chiarezza. Aspira a trasformare Syriza in un partito “big tent“, ovvero un partito capace di accogliere un elettorato decisamente più variegato e meno confinato ai rigidi dogmi della sinistra radicale.
Tra i pilastri della sua proposta politica vi sono però l’introduzione di sgravi fiscali, una separazione più netta tra Stato e Chiesa, l’offerta della cittadinanza ai bambini immigrati nati e cresciuti sul suolo greco, l’abolizione del servizio militare obbligatorio e la legalizzazione del matrimonio tra coppie dello stesso sesso – qui, la strada è già praticamente spianata.
L’ascesa di Stefanos Kasselakis alla leadership di Syriza rappresenta un evento di rilevante importanza, meritevole di un’analisi accurata sia per il suo impatto diretto sul panorama politico greco che per le potenziali ripercussioni sui movimenti di sinistra radicale a livello europeo.
La sua capacità di incarnare il “sogno greco,” come pare sia riuscito a fare agli occhi di molti membri del partito, solleva la questione se tale visione sarà altrettanto persuasiva per l’elettorato del paese nel suo complesso.