Dopo Malta, Portogallo e Germania, anche la Grecia ha ufficialmente vietato gli interventi chirurgici di “normalizzazione sessuale” sui bambini intersessuali, bimbi dai caretteri sessuali non binari che nascono con organi sessuali non ben definiti, che non collimano con la nozione di maschile e femminile più diffusa nella popolazione.
In base a una nuova legge approvata dal parlamento greco nella gionata di martedì, saranno ora vietati tutti quegli interventi chirurgici che mirano a garantire che un bambino rientri tra le tradizionali nozioni di maschio e/o femmina su persone di età inferiore ai 15 anni, a meno che non vi sia una decisione del tribunale che sentenzi diversamente. Il disegno di legge prevede multe nonché una pena detentiva per i medici che effettueranno tale intervento chirurgico.
Le operazioni, compresi gli interventi chirurgici correttivi o le terapie ormonali per modificare le caratteristiche del viso o del corpo, su persone intersessuali di età superiore ai 15 anni saranno consentite previo consenso degli adolescenti. Rinio Simeonidou, madre di un adolescente intersessuale e segretario generale di Intersex Grecia, ha parlato di un “momento davvero storico per tutti i bambini intersessuali della Grecia”.
Interventi chirurgici che in passato hanno condotto le persone intersessuali verso la sterilizzazione, la perdita della sensibilità sessuale, a traumi psicosomatici e problemi di salute, ha sottolineato Simeonidou. Tra lo 0,05% e il 1,7% della popolazione nasce con tratti intersessuati. Si parla di 30.000.000 di persone nel mondo, stima simile al numero di persone con i capelli rossi, come precisato dal sito Intersex Esiste, nato per supportare persone soggette all’ermafroditismo. Intersessuale, va ricordato, non è un orientamento sessuale, nè un’identità di genere, o una malattia. Le persone intersex (QUI quelle famose), come tutti, possono essere cis-gender, ovvero sentirsi a proprio agio con il genere a loro assegnato alla nascita, o transgender, cioè avere un’identità di genere diversa da quella assegnata alla nascita.
All’inizio di quest’anno, la Grecia ha vietato anche le cosiddette terapie di conversione per i minori, pratiche volte a sopprimere l’orientamento sessuale o l’identità di genere di una persona e che gli esperti hanno sempre condannato, definendole fisicamente e psicologicamente dannose.
“Sono veramente rattristato dagli errori commessi nel passato che hanno portato a situazioni drammatiche, perché ci mancavano la conoscenza e il coraggio“, ha detto al parlamento il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, tra un anno di nuovo al voto.
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