Nella notte italiana la Russia ha ufficialmente invaso l’Ucraina, dando il via ad un conflitto che potrebbe avere ripercussioni globali. Missili e colpi di mortaio sono avvenuti in tutto il Paese, con forti esplosioni anche a Kiev, capitale del Paese. Proprio da Kiev si è alzata la voce degli organizzatori del Pride cittadino, stretti alla loro patria.
“A tutti i nostri sostenitori nel mondo: invitate i vostri governi ad alzarsi e ad agire contro la guerra in Ucraina!“, hanno cinguettato. “Dobbiamo fermarlo ora, dobbiamo mostrare quanto siamo potenti tutti insieme e Putin non avrà alcuna possibilità!“. Un attacco frontale al 69enne presidente della Federazione Russa, che nella notte ha parlato alla nazione. Un discorso pesantissimo, in cui ha annunciato l’intenzione di “smilitarizzare e de-nazificare” lʼUcraina con una “operazione militare speciale“, invitando i soldati ucraini a deporre le armi. Putin ha poi minacciato il resto del mondo, perché “in caso di ingerenze straniere la Russia agirà immediatamente. E chi lo farà si farà carico delle relative conseguenze”.
Gli organizzatori del Kiev Pride hanno ribadito che “non si arrenderanno mai“, sottolineando come Putin finirà per “spezzarsi tutti i denti“, a forza di cercare di mordere l’Ucraina e gli ucraini. “Vi chiediamo di stare a casa e di non andare fuori città”, hanno cinguettato dal Kiev Pride. “Né in macchina né con i mezzi pubblici. Sarete più al sicuro. Uscite di casa solo quando è assolutamente necessario: cibo o medicine. Teniamo duro! Restiamo uniti, non ci facciamo intimidire. Siamo un Paese che ha scelto i valori dei diritti umani, dell’umanità, della vita. Putin vive nel passato. Non ci arrenderemo mai, comunque la vittoria sarà nostra. Mantenete la calma, vinceremo insieme!”.
QUA, organizzazione che fornisce assistenza e supporto agli ucraini LGBT+ che vivono negli Stati Uniti, ha condannato l’invasione russa, annunciando un sit-in davanti lo Stonewall INN di New York per “protestare contro l’aggressione in corso di Vladimir Putin e la minaccia che rappresenta per il movimento queer ucraino”. Pochi giorni fa, un anonimo funzionario statunitense ha detto a Foreign Policy che la Russia potrebbe prendere di mira importanti oppositori politici, attivisti e “popolazioni vulnerabili” come le persone LGBT+ dopo aver invaso l’Ucraina.
Dall’Italia si sono levate voci critiche nei confronti della Russia e di Vladimir Putin, al cospetto di un centrodestra che ha più volte lodato il leader russo. Dal suo ‘caro amico’ Silvio Berlusconi a Giorgia Meloni, passando per quel Matteo Salvini che nel 2015 a Strasburgo disse “cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin“, i ‘conservatori’ d’Italia si sono spesso sperticati in applausi al cospetto dello Zar, invidiandone probabilmente il potere assoluto, il sovranismo su scala nazionale, la difesa dei ‘valori’ e della ‘famiglia tradizionale’ al cospetto delle ‘teorie gender’. E oggi, dinanzi a bombe e missili con decine di innocenti morti, tutta quell’inusitata esaltazione risuona ancor più insostenibile e indigeribile. Perché la maschera di Vladimir era caduta da tempo, chiara e ben visibile agli occhi di chiunque sapesse e/o volesse semplicemente cogliere la pericolosità di un’oligarchia dietro il dolce tintinnio dei rubli.
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