Jimmy Sham ha sposato l’uomo della sua vita nel 2013 e ha passato gli ultimi 5 anni affinché Hong Kong, dove vive, riconoscesse finalmente i matrimoni egualitari contratti all’estero. Ma ha perso la battaglia, per ora.
La Corte d’Appello ha ribadito che Hong Kong riconosce solo i matrimoni tra persone di sesso opposto. La sentenza ha ribadito come il matrimonio sia “un’unione volontaria per la vita di un uomo e una donna ad esclusione di tutti gli altri”.
Per poi così continuare: “Gli estensori della Legge hanno usato il termine ‘matrimonio’ nel senso tradizionale di unione tra una coppia eterosessuale. Qualsiasi ulteriore suggerimento è avulso dalla realtà”.
Come se le migliaia di coppie LGBTQ sposate in tutto il mondo non siano reali. Sham è attualmente in carcere in attesa di un processo a causa di una nuova legge sulla sicurezza nazionale. Il suo avvocato, Hector Pun, ha sottolineato come l’esclusione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso vìoli la parità di diritti. L’articolo 37 della legge precisa infatti come “la libertà matrimoniale dei residenti di Hong Kong e il loro diritto a crescere liberamente una famiglia sono protetti dalla legge”.
A detta del legale, l’uso di “residenti” al posto di uomini e donne non esclude le persone dello stesso sesso dall’istituto del matrimonio. Questa più che valida argomentazione è stata però respinta dal tribunale.
Sham non ha ancora deciso se farà ancora una volta ricorso.
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