Israele ha annunciato di voler revocare le attuali restrizioni che vietano agli uomini gay e bisessuali di donare il sangue. Lo ha ufficializzato ieri (19 agosto) il ministro della salute israeliano, dichiaratamente gay, Nitzan Horowitz. “La discriminazione contro gli omosessuali nella donazione di sangue è finita“, ha twittato.
Secondo le regole attuali, gli uomini gay e bisessuali possono donare il sangue solo se non hanno avuto rapporti sessuali con altri uomini nell’ultimo anno. Un nuovo questionario eliminerà questa politica, chiedendo invece a tutti coloro che hanno avuto “rapporti sessuali ad alto rischio” di aspettare tre mesi prima di donare.
Horowitz – che, nel 2019, è diventato il primo leader eletto apertamente gay di un partito politico israeliano – ha accelerato il processo di revisione della norma da quando è diventato ministro della salute all’inizio di quest’anno. “Quando sono entrato in carica, ho incaricato il ministero di rimuovere le domande degradanti e irrilevanti dal questionario“, ha continuato Horowitz. “Sono il residuo di uno stereotipo che appartiene alla storia”. “Per anni abbiamo cercato di sbarazzarci del divieto e ora ci siamo finalmente riusciti“, ha concluso, definendo la decisione “un altro passo storico per l’uguaglianza per le persone LGBTQ+ in Israele“.
Nell’ultimo anno Israele ha dato anche il via libera alla GPA per le coppie LGBT, nonché stoppato le terapie di conversione. Il divieto di donare il sangue specificamente rivolto agli uomini gay e bisessuali è stato per la prima volta introdotto in Israele nel 1980. Era l’apice della crisi dell’AIDS e lo stigma omofobico attorno al virus era dilagante. Dopo decenni di lotta, gli attivisti sono ora riusciti a stracciare quello stigma.
In Italia gli omosessuali possono liberamente donare il sangue dal 2001, quando entrò in vigore il decreto firmato dal ministro della Sanità, Umberto Veronesi. Un decreto che all’epoca cancellò una norma imposta nel ’91 per volere dell’allora ministro Francesco De Lorenzo.
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