-2 agli Oscar 2023 e non sappiamo ancora cosa aspettarci.
Se di registe donne o queer non c’è traccia tra i Best Director, qualche piccola grande soddisfazione ce la dà Stephanie Hsu, co-star di Everything Everywhere All At Once.
Nominato a ben 11 statuette, l’acclamatissimo film di Daniel Kwan and Daniel Scheinert potrebbe portarsi a casa tutti i premi quest’anno, diventando un mezzo di grande visibilità per la rappresentazione dei gruppi più marginalizzati.
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Hsu che nel film interpreta Joy Wang e Jobu nel multiverso, figlia lesbica della protagonista Evelyn (interpreta da Michelle Yeoh, candidata come miglior attrice protagonista e prima donna asiatica nominata agli Oscar in almeno 85 anni) spiega che la sua nomination è qualcosa di ‘bellissimo e potente’ in questo momento storico.
“Rappresenta la generazione più giovane, le persone che aspettano, le persone che rivedono sé stesse e in Joy o Jobs o entrambe, la comunità queer” spiega in un’intervista con Entertainment Weekly, dichiarandosi infinitamente grata del riconoscimento, ma sottolineando che per lei questa opportunità porta con sé la responsabilità e la possibilità di includere e considerare chiunque è rimast* ai margini, contribuendo questo lento ma irrefrenabile cambiamento.
Nell’intervista l’attrice ricorda il momento in cui sia madre l’ha vista sullo schermo per la prima volta, e piangendo le ha detto: “Sono io”.
“Ho realizzato che quella era la prima volta che mia madre rivedeva sé stessa sullo schermo, e quello è per me davvero potente” commenta l’attrice.
Hsu riconosce che nonostante il successo, non rimarrà immune ai retaggi e gli ostacoli dell’industria hollywoodiana, ma non ha intenzione di tirarsi indietro: “Ho incontrato tutti i tipi di muri, ma mi ha transetto ancora più fuoco nello stomaco per capire che c’è ancora tanto lavoro da fare. Non rimarrò in silenzio”
Pur non dimenticando l’importanza simbolica di questo momento, Hsu specifica: “Mi sto allenando anche solo per godermelo!”.