App di incontri
Facciamo una premessa. Quello che davvero importa non è l’oggetto in sé, ma l’uso che ne facciamo. Le applicazioni di incontri non sono di per sé nocive, in quanto rappresentano il nostro termometro mentale e comportamentale. Ciò nonostante, il troppo storpia sempre. Un utilizzo eccessivo e compulsivo delle app di incontri, quali Tinder o Grindr, può avere complicazioni serie sulla nostra salute psicofisica. Non solo dal punto di vista della nostra autostima, ma anche nello sviluppo di una relazione sentimentale. Ricordiamoci che queste applicazioni giocano secondo le proprie regole. Su Tinder, ad esempio, la visibilità del profilo di una persona dipende da diversi fattori, quali il tempo trascorso sull’app, la moltitudine di “mi piace” ricevuti, il numero di apertura e chiusura dell’applicazione, e la quantità di spunte verdi donate agli utenti. A questo bisogna aggiungere il tipo di foto caricate. L’algoritmo privilegia foto ben illuminate e a torso nudo. Questo accade anche per Grindr. Più il fisico è atletico e sessualizzante, più il profilo verrà proposto frequentemente tra i primi risultati. A detta del filologo Edmon Girbal, sebbene crediamo che i profili visualizzati dipendano dalle nostre preferenze, in realtà queste applicazioni ci dicono esattamente con chi dobbiamo accoppiarci e ci suggeriscono una privilegiata tipologia di corpo a cui anelare per essere considerati attraenti.
Tutto ciò può avere conseguenze tossiche per il nostro benessere. Aldilà degli stereotipi di bellezza, credere che la nostra autostima dipenda esclusivamente dal nostro corpo, dalla nostra sessualità, può farci perdere la fiducia in noi stessi e farci credere che la fisicità sia l’unico ingrediente da offrire nella vita di coppia. Se pensiamo a Grindr, la famosa app di incontri gay si basa sulla costruzione di un’identità virtuale (iper)sessualizzata e frammentata. Il corpo viene porzionato in parti intime da esibire al pubblico per accrescere il desiderio altrui. Citando l’antropologo Federico Divino, questo “meccanismo di mercificazione” fa sì che il fisico venga “utilizzato come un vero e proprio biglietto da visita” spogliato da qualsiasi altra dimensione o contesto. Se non diminuiamo l’uso di queste applicazioni, quindi, non soltanto possiamo arrivare a confondere l’atto sessuale per una vera conoscenza, ma addirittura possiamo convincerci del fatto che il sesso sia l’unico pilastro di una relazione gay duratura. In realtà, l’intimità di coppia va ben oltre la fisicità e l’attrazione erotica. Un legame d’amore stabile e sano si basa principalmente sulla cura reciproca, la quale non può esistere senza una connessione autentica, profonda e consapevole.
Fonti:
https://www.diaridebarcelona.cat/-/xat-tinder-mena-far-west-conversa