La giunta Toti ha ieri respinto una mozione che avrebbe impegnato la maggioranza regionale della Liguria a sostenere la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, in attesa di tornare al Senato dopo l’approvazione alla Camera di fine 2020. Era già successo in Lombardia .
Presentato da Giovanni Pastorino (Linea Condivisa), il documento è stato respinto dall’intero centrodestra, con gli 11 voti dell’opposizione, vedi centrosinistra e 5 Stelle, a favore. La mozione chiedeva semplicemente “il sostegno del Consiglio Regionale della Liguria all’approvazione della proposta di legge in materia di violenza o discriminazione per motivi di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere con la predisposizione di politiche attive dedicate“, come riportato da PrimoCanale.it.
Un atto puramente simbolico, ma la destra nazionale a trazione sovranista e populista ha paura anche di questo. Dalla Lega, per bocca del capogruppo Stefano Mai, sono arrivate le solite menzogne.
“La proposta di legge Zan attacca le libertà di espressione e pensiero. Neppure la Cei è entusiasta di questa norma perché potrebbe inserire il reato di opinione”. Peccato che il reato di opinione, come ripetuto milioni di volte, non esista. Persino l’Avvenire l’ha scritto e rimarcato in edicola.” Non la condivido in maniera più assoluta“, ha continuato il consigliere di Fratelli d’Italia Stefano Balleari. “Introduce un reato d’opinione, rischia di bloccare la democrazia e la partecipazione, potrebbe essere discriminatoria“. Un disco tristemente rotto, che prosegue da mesi con l’unico obiettivo di divulgare bugie, ampiamente smentite eppure ancora oggi reiterate.
I capigruppo Angelo Vaccarezza (Cambiamo!) e Claudio Muzio (Forza Italia-Liguria Popolare) hanno invece proposto di portare la mozione in commissione, in modo da arrivare a un documento contro l’omofobia condiviso, senza necessariamente sostenere la legge Zan. Ipotesi surreale, visto e considerato che al momento è proprio il DDL Zan ad essere in discussione in Parlamento.
Caduto il Governo Conte II, la legge rischia ora di finire in un vicolo cieco. Con un Governo Draghi a maggioranza allargata difficilmente il DDL Zan potrebbe tornare d’attualità in Senato, considerando i niet firmati Lega e Fratelli d’Italia. Certo è che se si riuscisse a calendarizzarla, strappando i sì della vecchia maggioranza che l’hanno sempre difesa, la legge potrebbe diventare realtà. Ma è un’ipotesi è sempre più complicata.
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