60.000 persone accalcate nel catino del Circo Massimo di Roma in uno dei weekend più caldi di sempre. Marco Mengoni ha concluso il suo trionfale tour negli stadi nella Capitale, emozionandosi al cospetto di una spianata di fan, di umanità, a dir poco incredibile. In poco più di 10 anni, con otto dischi pubblicati e due Sanremo conquistati, il cantante di Ronciglione è riuscito a costruirsi pezzo dopo pezzo una carriera che ha pochi eguali tra i coetanei, maturando sensibilmente in questo eccezionale 2023, che l’ha rivisto trionfare all’Ariston per poi planare di nuovo all’Eurovision.
Scaletta monster da 26 canzoni per Marco, con Drusilla Foer guest star a sorpresa (registrata) e ospiti Samuele Bersani, Ariete, Bresh, Gazzelle ed Elodie, accompagnata sull’enorme palco da Crazy in Love di Beyoncé prima di scatenarsi con Pazza Musica, singolo estivo della coppia di amici. Nel pomeriggio, ad allietare le decine di migliaia di persone già accalcate all’interno dell’antico circo romano, i dj set di Crookers, Dardust, Estremo, Mace e Whitemary. Il concertone ha preso forma con Cambia un Uomo, brano del 2021 estratto da Materia (Terra), per poi snocciolare Esseri Umani, No Stress, Mi Fiderò, Muhammad Alì, Voglio, Psycho Killer, Il Meno possibile, Credimi Ancora, Chiedimi come Sto Luce, Proteggiti da Me, Due Nuvole (ripubblicata in duetto don Ariete), L’Essenziale, Pazza Musica, l’ormai iconica Due Vite cantata a squarciagola da 60.000 ugole, Fiori d’Orgoglio, Sai che, Hola, Ti ho voluto bene veramente, Ancora una volta, Guerriero, Ma Sta Sera, Pronto a Correre, Io Ti Aspetto e Proibito, brano in cui Marco canta un amore tra due uomini. Un brano anticipato da queste parole:
”È l’ultima data di questo tour estivo in Italia e voglio ricordare una cosa molto importante a tutti, prima di iniziare la prossima canzone: amore, proibizione, limitazione… non esistono queste due parole in amore. L’amore è libero e lo sarà sempre”.
“Ho perso tantissimo tempo, non ho verbalizzato i miei sentimenti con delle persone che purtroppo non ho più la possibilità di vedere. Se anche voi state facendo questo errore non perdete tempo, dite ti amo, ti amo alle persone che amate. Subito”, ha precisato Marco dal palco, per poi cantare Guerriero, meraviglioso singolo del 2015, con una bandiera Progress Pride tra le mani. Esattamente come capitato a Liverpool, quando Mengoni salì sul palco dell’Eurovision Song Contest con la medesima bandiera, anche al Circo Massimo il cantante ha voluto portare con sè l’Orgoglio LGBTQIA+, indossandolo sul finale di canzone come se fosse un mantello, il mantello rainbow di un supereroe della musica che si è più volte emozionato dinanzi a simile spettacolo.
Marco ha versato una lacrima durante il collegamento in diretta con il Tg1, alle 20:30, ha pianto abbracciato a Samuele Bersani sulle note della “Ancora una Volta“, e si è più volte fermato ad ammirare estasiato, senza parole, la meraviglia di un Circo Massimo stracolmo, in grado di cantare per quasi 3 ore di concerto, concluso con spettacolari fuochi d’artificio e un altro dj set che ha fatto scatenare Mengoni, sul palco in versione cubista, divertito e sfrenato insieme a tutta la troupe che gli ha permesso di riempire stadi su stadi.
Marco ha cantato 13 anni di carriera con picchi vocali a dir poco eccezionali e cambi di look continui in grado di esaltarne la fisicità, finalmente abbracciata dal diretto interessato, scopertosi affascinante, piacente, sex symbol, tanto da mandare in visibilio i fan del Circo Massimo, tra gonne e pantaloncini corti, paillettes e pantaloni di pelle, smanicati e giacche indossate senza t-shirt, a petto nudo. Tra i 60.000 del pubblico più generazioni a confronto, perché Mengoni piace a tutti. Grandi e piccini, genitori con figli e nipoti, uomini e donne che lo seguono da oltre 10 anni, da quando stravinse X Factor. Al mio fianco c’era una signora delle Marche poco più che 50enne che solo quest’anno l’aveva già visto 3 volte. Insieme a lei 3 colleghe, tutte pazze di Mengoni. Hanno cantato tutto dall’inizio alla fine. Un mio amico è venuto con madre, sorella, padre e madre, perché dal primissimo Re matto Tour del 2010 l’hanno sempre visto tutti insieme, ad ogni suo live romano. Sono letteralmente cresciuti insieme a lui e alla sua musica. È come se Marco fosse un altro figlio, un altro fratello, uno di famiglia.
In poco più di due lustri Mengoni si è costruito un patrimonio musicale che va al di là dei dischi e dei brani scritti, cantati e pubblicati, avendo sfondato il muro dell’empatia, della semplicità, della sincera simpatia e vicinanza al proprio pubblico, che non l’ha mai abbandonato e negli anni si è moltiplicato, tanto da riuscire a realizzare un sogno che sembrava inimmaginabile. Riempire il Circo Massimo ad appena 34 anni. Una giornata particolare che Mengoni difficilmente dimenticherà, al pari dei 60.000 presenti che hanno definitivamente certificato il suo essere “numero 1” tra i big della musica italiana.
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