Perso Simone Pillon, che non è stato rieletto, a contrastare la comunità LGBTQ+ nazionale in Parlamento sarà Maria Rachele Ruiu, 38enne “moglie, madre di due bambini, da sempre attiva nel mondo pro life e pro family italiano“, eletta con Fratelli d’Italia.
Portavoce di Scegliamo la Vita, Ruiu è fondatrice di Manif Pour Tous Italia, promotrice del Family Day e attivista di ProVita & Famiglia. Jacopo Coghe, portavoce ProVita, le ha fatto i suoi auguri sui social, ricordandole che “adesso hai un compito importante, ma sono sicuro che ce la farai perchè hai i piedi ben piantati in terra e lo sguardo al Cielo!”.
A pochi giorni dal voto, Maria Rachele Ruiu aveva ribadito tutto il suo impegno pubblico “per la vita, il mio desiderio di metterci la faccia nasce dall’incontro con donne ferite da un aborto a cui erano state indotte o costrette per l’assenza di qualsiasi aiuto morale e materiale, come unica soluzione possibile, di fronte ad una gravidanza inaspettata o complicata. L’aborto è un male in sé in ogni caso, ma che non si riesca nemmeno ad evitare gli aborti causati da difficoltà socio-economica, nel 2022, è davvero intollerabile. In Italia non esiste una donna che sia stata costretta a partorire per presunte carenze dell’iniqua Legge 194, mentre sono troppe le donne costrette ad abortire perché prive di aiuti”.
Sul fronte omogenitoriale, Ruiu ha ribadito il niet alle adozioni per le coppie dello stesso sesso. “Sostenere la famiglia, pilastro della nostra vita sociale, significa trattare con equità sociale, ergo fiscale, un nucleo che ha sulle spalle la crescita, l’educazione e il mantenimento dell’Italia di “domani”. Più famiglia significa più vita e quindi più futuro. Per quanto riguarda le adozioni, devono restare fedeli al loro scopo: restituire a un bambino ciò che ha tragicamente perso, ovvero una mamma e un papà. Anche su questo la posizione di Giorgia Meloni è netta. Aprire alle ‘adozioni gay’ significa tra l’altro aprire all’utero in affitto, e ciò è inaccettabile“.
Immancabile l’attacco alla cosiddetta “propaganda gender“, che Ruiu vorrebbe ‘vietare’ all’interno delle scuole, come chiesto a gran voce proprio da Pro Vita. “L’educazione dei figli è un diritto naturale della famiglia e deve essere difeso con le unghie dalle pretese di ideologie totalitarie che, oggi come sempre nella storia, vorrebbero estromettere i genitori dall’educazione dei giovani per poterli meglio plasmare secondo i propri canoni ideologici“, ha precisato la neo deputata della Repubblica.
“Ovviamente penso, innanzitutto, all’ideologia gender, che pretende di spacciare per vere teorie totalmente menzognere, come il fatto che esista una “identità di genere” totalmente autonoma e sconnessa dall’identità sessuale maschile o femminile. Per questo la prossima legislatura dovrà potenziare gli strumenti a difesa della libertà educativa delle famiglie, e arginare l’ingresso di progetti ideologici nelle scuole o di iniziative come la “carriera alias”, che, fondandosi sul cosiddetto “approccio affermativo”, induce i minori che manifestano presunti sintomi di disforia di genere a intraprendere percorsi per il cambio di sesso. Questo approccio si è già rivelato tragicamente fallimentare all’estero, sarebbe folle non imparare questa lezione storica e seguire questa via in Italia. L’emergenza educativa non riguarda solo l’ideologia gender ma anche le sempre più diffuse dipendenze tra i giovani. Oltre le “tradizionali” dipendenze da stupefacenti, penso in primis all’abuso di cannabis, ci sono le “nuove” dipendenze da smartphone, social network, gaming e, in particolare, da pornografia. La comunità medica è sempre più certa degli enormi danni che l’abuso di pornografia arreca soprattutto ai più giovani, alterando pesantemente l’approccio della persona alla sfera sessuale e affettiva con la conseguenza di rendere sempre più difficile avere relazioni sane e stabili e anzi inducendo nel soggetto dipendente attitudini sessualmente violente e prevaricatrici“.
Nel maggio del 2021, Ruiu aveva preso parte alla manifestazione di Milano di Pro Vita contro il DDL Zan, per poi applaudire la proposta di Meloni di rendere l”‘utero in affitto reato universale“. Nel 2015 scese in piazza contro la legge Cirinnà sulle Unioni Civili. Perso Simone Pillon, il parlamento italiano avrà comunque una rappresentante anti-LGBTQ, anti-gender e antiabortista come Maria Rachele Ruiu.
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