Il ciclismo del Regno Unito ancora una volta nella bufera. Dopo il caso Emily Bridges, 21enne ciclista transgender alla quale è stato vietato di partecipare al British National Omnium Championship femminile, ecco esplodere il caso Maxine Yates, addirittura indagata dalla British Cycling per aver vinto una gara correttamente, in modo del tutto leale, dopo la pioggia di denunce presentate da altre corridrici.
Yates ha vinto la categoria femminile 19-plus nella mountain bike race della British Cycling a Fort William a inizio maggio, gareggiando nella cosiddetta categoria “esperta”, che è leggermente al di sotto del livello d’élite. British Cycling aveva sospeso la partecipazione dei ciclisti trans e non binari a gare d’élite nel mese di aprile, per portare avanti una “revisione completa” della sua politica di trans-inclusione. Ma Maxine Yates ha corso, e vinto.
“Dato che avevo già una licenza e non stavo gareggiando a livello d’élite, mi è stato permesso di competere“, ha precisato Maxine Yates al Times. “È quello che mi ha detto British Cycling. Ho seguito i loro consigli, passo dopo passo e sono delusa dal fatto che British Cycling mi abbia ora messo sotto indagine. Ho seguito le loro regole“.
La ciclista cisgender Jane Page, che è arrivata seconda dietro Yates, si è lamentata ufficialmente con British Cycling, accusando l’organo di governo di “non aver attuato le proprie direttive“.
L’8 aprile scorso British Cycling aveva dichiarato di aver sospeso la sua politica di partecipazione trans e non binaria causa differenze nelle politiche di licenza tra l’organo di governo del Regno Unito e l’Union Cycliste Internationale (UCI), organo di governo mondiale dello sport.
Parole che erano arrivate dopo la decisione di consentire alla ciclista trans Emily Bridges di competere a livello d’élite. Travolti dalle critiche, British Cycling ha effettuato una brusca inversione a U bloccando la partecipazione di Bridges, che si è dichiarata pubblicamente come donna trans* nell’ottobre del 2020, negandole la partecipazione ai Campionati Nazionali Omnium britannici del 2 aprile scorso. Sarebbe stata la sua prima gara femminile dopo aver gareggiato in gare al maschile per tutto il 2021. Bridges aveva comunque soddisfatto la politica di idoneità trans e non binaria di British Cycling, che prevede che le cicliste trans* debbano prendere un certo quantitativo di testosterone per almeno 12 mesi, prima di poter competere in una categoria di gara femminile.
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