Orietta Berti: “Non sentitevi mai sbagliati, nemmeno per un istante” – Intervista VIDEO

Oggi compie 80 anni, e lo celebra con l'uscita di 'Diverso'. Nel video lə ragazzə di Casa Arcobaleno.

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Orietta Berti
Orietta Berti - Foto: Instagram @bertiorietta
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Orietta Berti compie 80 anni e li celebra insieme a noi di Gay.it ripercorrendo la sua carriera artistica ma anche alcune tappe fondamentali della sua vita che l’hanno portata ad oggi ad essere una delle voci più amate del nostro bel Paese, e non solo.

Nel panorama della musica italiana, infatti, esistono artisti che riescono a creare un legame indissolubile con il pubblico, lasciando un’impronta indelebile nelle menti e nei cuori di diverse generazioni. Orietta Berti è senza dubbio una di queste figure iconiche, una donna dalla voce potente e dallo spirito intramontabile, che durante il nostro incontro è riuscita ad emozionarci con la sua storia.

Sorriso contagioso e voce inconfondibile hanno fatto di lei in questi quasi sessant’anni di carriera un’artista a tutto tondo che con costanza, dedizione e passione ha saputo conquistare intere generazioni, segnando di fatto la musica italiana. Le sue hit come Finché la barca va e la più recente Mille, solo per citarne alcune, ancora oggi fanno cantare milioni di italiani.

Approfittiamo dunque di questa tappa importante della sua vita per celebrare i suoi successi ma anche per dare risalto, come d’altronde lei stessa ha sempre fatto, a tematiche di calda attualità come la violenza sulle donne, l’attenzione all’ambiente e la lotta contra la discriminazione delle minoranze e l’inclusività, spesso al centro delle sue canzoni.

Ne è un esempio il brano Diverso che racconta la storia di una madre che resasi conto dell’omosessualità del figlio, lo invita ad aprirsi con lei. Insomma, un inno all’amore e all’inclusione che arriva proprio in occasione del mese del Pride e che Orietta Berti ci ha tenuto a regalare ai suoi fan proprio il giorno del suo 80esimo compleanno.

Non ci resta dunque che scoprire cosa ci ha raccontato, in un viaggio alla scoperta della sua vita e della sua musica a bordo di quella famosa barca abituata a navigare con il favore del vento, senza il bisogno di remare.

 

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Orietta Berti: l’intervista completa!

 

Cara Orietta, tra televisione, cinema, musica e tanto amore per il tuo Osvaldo possiamo dire che la tua vita, nonostante i normali alti e bassi, è stata all’insegna del successo: che emozioni provi se pensi al passato?

Il passato è pieno di ricordi bellissimi. Se ripenso ai primi anni della mia carriera era tutto più bello perché ogni giorno per me era una sorpresa, come persona e come artista. Poi non dobbiamo dimenticare che quelli erano gli anni d’oro della musica leggera italiana che andava in tutto il mondo. Io, ad esempio, ho fatto tantissime tournée all’estero che mi hanno dato una grandissima carica. Ho fatto anche tanti concerti in Italia. Pensa che ad un certo punto mi chiamavano la stakanovista delle feste dell’Unità perché ne facevo tantissime e anche quelle sono state esperienze che mi hanno permesso di sviluppare un carattere forte, dal punto di vista lavorativo, e di affrontare i naturali alti e bassi della vita. È lì che ho imparato a non perdermi mai d’animo.

 

Come descriveresti la tua carriera?

La mia carriera è stata bellissima sotto tutti i punti di vista: ho avuto dei collaboratori molto validi e degli autori molto bravi che lavoravano per me e contemporaneamente anche per molti altri artisti. In più, nonostante a volte il mio mondo possa sembrare una giungla, al mio fianco ho sempre avuto tanti amici.

 

Quanto è stata importante la tua famiglia in questo tuo successo?

La mia famiglia mi ha sempre supportato: prima ho lavorato per tantissimi anni con mio marito Osvaldo che mi faceva da produttore, da manager, da autista e da socio, e poi sono subentrati i miei figli che ancora oggi mi accompagnano in ogni mia avventura. Sono stata una donna molto fortunata perché ancora oggi si sentono invece molte storie in cui certe madri di famiglia, certe ragazze, vengono maltrattate dal compagno o dalla famiglia. Io, invece, ho sempre avuto il sostegno da parte di tutti, partendo dai miei nonni e i miei genitori, passando per Osvaldo e i miei figli, per arrivare alle mie nipoti.

 

Nonostante i normali alti e bassi della vita, tu sei ormai diventata una di famiglia per milioni di italiani…

Sì, è vero. Spesso si è parlato di alti e bassi nella mia carriera lavorativa ma io di solito rispondo raccontando tutte le esperienze che facevo all’estero mentre magari qui in Italia sembravo ferma. Negli anni ho partecipato a parecchi programmi televisivi come giudice o come opinionista: ho fatto 5 anni con “Quelli Che il Calcio”; poi ho fatto 5 anni con Maurizio Costanzo; poi c’è stato “Che Tempo Che Fa” con Fabio Fazio. Insomma, la televisione l’ho sempre fatta. Per non parlare di programmi come “Ti lascio una canzone” o “Mettiamoci all’opera”. Tutto questo mi ha permesso di entrare nelle case degli italiani anche quando non cantavo, diventando quasi una loro amica, una parente. E ne sono molto felice.

 

Che cosa ti emoziona ancora di questo lavoro?

In quasi sessant’anni di carriera ho avuto modo di lavorare con moltissimi professionisti e di confrontarmi con persone anche molto più giovani di me che mi portavano delle idee che a volte condividevo, altre no, ma che mi permettevano di crescere professionalmente e umanamente. Ed è proprio questo il bello di questo lavoro: è importante mettersi in testa che domani è sempre un altro giorno e che quindi, nonostante il successo, bisogna sempre innovarsi ed essere pronti per ricominciare tutto da capo. Questo lavoro è fatto così.

 

Qual è il tuo segreto sul palco?

Quando si va davanti a un pubblico ci si deve scordare di tutto quello che ci capita o che sia ha nella testa e nel cuore. L’obiettivo deve essere sempre quello di emozionarsi e di emozionare il pubblico.

 

Orietta Berti: "Non sentitevi mai sbagliati, nemmeno per un istante" - Intervista VIDEO - Orietta Berti Fedez Achille Lauro - Gay.it
Fedez, Orietta Berti e Achille Lauro in “Mille”

 

Come stai vivendo questa tua nuova giovinezza artistica?

Negli anni ho avuto l’occasione di lavorare con tanti musicisti giovani che mi hanno sempre proposto dei brani attuali che non hanno però mai snaturato il mio personaggio o sconvolto la mia natura.

Pensa che spesso, dopo il grande successo di “Mille” con Fedez e Achille Lauro, mi succede che nei concerti insieme alle madri o alle nonne vengano tanti ragazzi giovani che quando partono le mie hit estive tirano fuori il cellulare e cantano insieme a me. Questa cosa mi fa molto piacere perché quando io cantavo quelle canzoni per le prime volte loro magari non erano neanche nati (ride, ndr.).

Devo anche ringraziare Hell Raton e Rosa Luini e Marco Rettani che hanno scritto per me “Luna piena” perché è stato un altro singolo che ha riscosso un grande successo, soprattutto nelle discoteche. Pensa che ancora oggi mi arrivano in continuazione dei video bellissimi di ragazzi e ragazze che si vestono con gli abiti che io ho indossato al Festival di Sanremo e cantano il brano. Sono molto divertenti e nello stesso tempo ironici. Mi fanno molto piacere. 

 

C’è qualcosa che ti recrimini o al contrario, come recita il tuo iconico brano finché la barca va, lasciala andare, ti fai guidare dal tempo senza preoccuparti del passato o del futuro che verrà?

Sì, una cosa c’è. Il mio papà, che è stato l’ideatore di questa mia carriera e il mio primo vero sostenitore, purtroppo non ha mai potuto vedere quello che mi è successo. Questo mi dispiace molto perché è stato lui a spronarmi affinché io diventassi una cantante lirica. Io ho scelto la strada della musica pop ma comunque credo che sarebbe stato molto orgoglioso del mio percorso.

 

 

 

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Nell’ultimo periodo hai avuto modo di sperimentare diverse attività, tra queste rientra sicuramente il tuo libro di ricette emiliane: com’è nata quest’idea?

Essendo emiliana, la gente crede che tutte le donne emiliane siano delle bravissime cuoche, ma non è vero. Io in confronto a mia madre e mia suocera non sono niente (ride). Però provo a proseguire la loro tradizione e grazie ad una giovane ragazza che lavora alla Gribaudo ho deciso di scrivere un libro di cucina con le ricette tradizionali della mia famiglia. Nel libro ho anche aggiunto dei piatti che non sono della mia terra ma che apprezzo particolarmente tra tutte quelle che la nostra Italia porta con sé. Il risultato mi piace molto.

 

Un altro progetto importante è stato il brano che hai inciso per lo Zecchino d’Oro: com’è stato cantare con i bambini?

È stata una bella esperienza cantare con tutti quei bambini pieni di vita perché mi hanno ricaricato di energia. Oltretutto, si tratta di una canzone molto importante perché parla dell’amore che dovremmo avere per il nostro pianeta che invece l’uomo sta distruggendo. 

 

In occasione del tuo 80esimo compleanno hai deciso di celebrare l’amore lanciando il videoclip di Diverso, un brano che invita alla riflessione su un’altra tematica di stretta attualità: com’è stato il primo approccio con questo singolo?

È stato davvero emozionante. Quando l’ho sentita per la prima volta ho pensato “è bellissima”. Si tratta, infatti, di una storia – quella dei genitori che abbandonano i propri figli perché omosessuali – che io racconto con dolcezza ma che in effetti è drammatica. Nessuno si deve sentire diverso o sbagliato perché quando si ama non si fa niente di male. Non c’è niente di sbagliato nell’amare persone dello stesso sesso perché ognuno di noi è nato per amare e non per odiare, questo è l’importante.

 

I protagonisti del videoclip sono alcuni ragazzi e ragazze accolte da Casa Arcobaleno, un bellissimo progetto di Spazio Aperto Servizi con sede a Milano: com’è nata l’idea di coinvolgerli? Com’è stato lavorare con loro?

Quando ho sentito per la prima volta la canzone ho pensato che sarebbe stato un peccato inserirla insieme a tanti altri brani in un cofanetto e così, parlandone con Leandro Manuel Emede e Nicoló Cerioni, ci è venuto in mente che sarebbe stato bello collaborare con Casa Arcobaleno. Così è nata l’idea di coinvolgere tutti quei ragazzi, ospitati da questa cooperativa, che vengono abbandonati dalle famiglie di origine soltanto perché i loro genitori li ritengono diversi. È stato quindi un modo intanto per conoscere questi ragazzi ma anche per far sapere a tanti adolescenti che stanno vivendo questa loro stessa situazione che esiste un posto in cui possono sentirsi a casa, in cui vengono rispettati e dove possono curare i loro traumi. Sono stata davvero contenta e, infatti, per l’occasione abbiamo realizzato alcuni scatti come fosse un vero e proprio ritratto di famiglia. Guarda che belli!

 

Orietta Berti - diverso
Orietta Berti – Foto: Ufficio stampa

 

Io penso che, le persone siano nate per amare, aldilà di sesso, anima e ragione…ti sei innamorato beh!… che male c’è”, recita il ritornello: un vero e proprio inno all’amore libero e all’inclusione rivolto a tutti quei genitori che rifiutano i propri figli perché omosessuali. Cosa vorresti dire a quei genitori?

Questa canzone racconta di una madre che ha colto il malessere del figlio, in una società che ancora oggi, nel secondo millennio, giudica, ferisce, inveisce contro chi ama una persona del suo stesso sesso. Una madre che invoglia il figlio ad aprirsi, che cerca di interagire con lui facendogli capire la sua visone della vita e dell’amore. Questa, negli ideali, dovrebbe essere una madre: accogliente e sempre amorevole. Io quindi invito quei genitori ad amare i propri figli, incondizionatamente, e a non aver paura di affrontare la questione perché non c’è nulla di male nell’amare.

 

Che ruolo può avere la musica oggigiorno in vista di un cambiamento sociale cui ambiamo ma che sembra essere ancora molto lontano?

La musica è molto importante perché parla indistintamente sia ai grandi che ai piccini. Ad esempio, io vedo le mie nipotine che ascoltano tutte le canzoni dello Zecchino d’Oro, anche quelle che magari si canticchiavano quando ero ragazzina io. Le canzoni le ritroviamo anche in discoteca, quando finalmente dopo una settimana di studio o di lavoro decidiamo di passare una serata in festa. La musica, quindi, secondo me, fa parte di noi. Penso che la musica ci accompagni per tutta la vita. Tutti noi abbiamo una canzone del cuore che ascoltiamo con piacere perché ci ricorda una persona, un momento importante della nostra vita, e così via.

 

Questo è il mese del Pride e da sempre lei è una grande sostenitrice della comunità LGBTQI+: cosa si sentirebbe di dirgli in questo momento? Che messaggio vorrebbe lanciare?

Io vorrei augurare a questi ragazzi di avere una vita serena e di non sentirsi, nemmeno per un istante, sbagliati. L’amore non è un reato e quando si ama non si fa mai male a nessuno. La mia vita è sempre stata arricchita da persone omosessuali che hanno lavorato con me e che mi hanno insegnato tanto. La mia carriera, infatti, ha avuto inizio con delle persone apertamente gay che provenivano dall’estero dove era più facile dichiararsi rispetto all’Italia, dove questo argomento era ancora praticamente un tabù. Con il tempo ho avuto il piacere di conoscere molte persone omosessuali e molte cose le ho fatte con loro perché le ho sempre ritenute molto intelligenti, molto sensibili e molto rispettose. Qualità molto difficili da trovare.

 

Volevo dire un’altra cosa…

Volevo fare un appello alla mia Regione – l’Emilia Romagna – perché tutte le persone che sono state colpite dall’alluvione, dalle frane, hanno bisogno di un aiuto immediato. Se lo meritano perché sono persone oneste e laboriose che da sole non ce la potranno mai fare. Hanno bisogno di aiuto e noi tutti dobbiamo essere uniti in questo momento.

Ascolta qui Diverso: il videoclip ufficiale

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