Nel fine settimana di Reggio Emilia si è tenuta la prima edizione del Festival Internazionale Kids, attaccato dai leghisti perché a loro dire impreziosito da “lezioni di Gender” ai bimbi dai 7 ai 13 anni. Fake news diffuse ad arte, a poche settimane dal ritorno in senato del DDL Zan, per tornare ad alimentare menzogne ad uso e consumo della disinformazione.
Le conferenze andate in scena per 3 giorni sono state un confronto, che ha avuto tra i protagonisti anche lo scrittore Jonathan Bazzi, finalista al Premio Strega con “Febbre“, che ha semplicemente raccontato il suo vissuto, la sua infanzia e la sua personale battaglia contro il bullismo e l’omofobia. Lo ha fatto nel nome dell’inclusione, dei diritti e della cultura, contro ogni barriera, in particolare le più pericolose: quelle mentali e culturali, come sottolineato da Annalisa Rabitti, Assessora a Cultura, Marketig territoriale e Pari opportunità, con deleghe a Cultura, Marketing territoriale e Turismo, Pari opportunità e Città senza barriere di Reggio Emilia.
Eppure ancora ieri, a Festival concluso, un senatore della Repubblica come Simone Pillon è tornato a seminare falsità. “Lezioni LGBT per i bambini e le bambine dai 5 ai 13 anni a Reggio Emilia“, ha scritto su Facebook il leghista, felice di poter tornare ad attaccare la legge contro l’omotransfobia dopo 3 mesi di ‘pausa’ forzata: “Col ddl Zan questo diventerà obbligatorio in tutte le scuole“, ha scritto Pillon. “Gli adulti facciano come vogliono, ma giù le mani dai bambini“.
Uno slogan urlato privo di qualsivoglia contenuto, dinanzi al DDL Zan già approvato alla Camera e attualmente in discussione al Senato, perché al suo interno non c’è nulla di tutto questo. Il famigerato articolo 7 prevederebbe l’Istituzione nelle scuole della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, già riconosciuta dalla Repubblica ogni 17 maggio, “al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei princìpi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione”. Fine. Nè più, nè meno. Le scuole che vorranno, senza alcun tipo di obbligo, potranno organizzare “cerimonie e incontri”.
La strategia della destra nazionale è da 18 mesi chiarissima, avendo provato in tutti i modi ad affondare il DDL Zan, con oltre 1000 emendamenti presentati in Senato dopo aver presentato persino una contro-proposta di legge. Nelle ultime settimane di campagna elettorale Salvini è tornato a cavalcare il benaltrismo duro e puro, perché gli italiani avrebbero altre urgenze rispetto all’omotransfobia, eppure da Italia Viva continuano a strizzare l’occhio a Lega e Forza Italia, annunciando modifiche che snaturerebbero il DDL, finendo per renderlo addirittura discriminatorio nei confronti della comunità transgender. Poche settimane al ritorno in senato e la macchina del fango ha ripreso a correre. Alla guida, puntuale, è tornata baldanzosa la Lega.
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