Non solo gli inglesi e gli americani sono capaci di raccontare in tv la comunità LGBT. Anche gli australiani non sono da meno e l’esempio di Please like me è lampante. Sicuramente non è una serie che lasciato un’impronta nella cultura pop di oggi, ma con poche e semplici mosse è riuscita comunque a navigare (a vista) in un panorama competitivo e in continuo movimento.
Con i toni di una commedia nera e con una spruzzatina di drama, Please like me ha raccontato la vita, le vittorie e le sconfisse di un ragazzo che a vent’anni scopre di essere omosessuale. Lo show è andato in onda su ABC2, network australiano, il 28 febbraio del 2013. A 8 anni dal primo episodio, ricordiamo (o riscopriamo) le vicende surreali del giovane Josh.
Di Please like me sono state prodotte ben 4 stagioni per un totale di 32 episodi da trenta minuti ciascuno. Rimasta inedita in Italia per un lungo periodo di tempo, come la maggior parte delle serie trasmesse lì nella terra dei canguri, dal 2016 è disponibile su Netflix dove si trovano gli episodi in lingua originale ma con i sottotitoli in italiano. Una magra consolazione per poter apprezzare questo piccolo gioiello (allo stato grezzo) della serialità arcobaleno. La trama non ha fronzoli, non ha grossi colpi di scena, è un susseguirsi di sketch, di lunghi monologhi, scene imbarazzati e a volte al limite dell’assurdo. Ma la particolarità è insita proprio in questo dettaglio.
Di cosa parla Please like me
Josh (Josh Thomas) è un ragazzo di vent’anni. È timido, introverso e tanto insicuro di se stesso. Non è bello, sa di non essere avvenente, è auto-ironico, e vive la sua giornata senza uno scopo ben preciso. E’ fidanzato con Claire (Caitlin Stasey), una ragazza della sua stessa età con cui condivide un rapporto quasi platonico. I due, di fronte a un gelato da dodici dollari, di comune accordo decidono di mettere fine alla loro relazione. Poco dopo, Josh viene sedotto spudoratamente da un collega di un suo caro amico.
Passato lo stupore iniziale, il giovane comprende il motivo di quel senso di inadeguatezza che si è portato dietro per tutta la sua vita. Una volta compreso di essere gay, Josh pensa che sia arrivato il momento di vivere con serenità la sua ritrovata stabilità emotiva. I problemi, però, sono appena cominciati. Oltre ad affrontare questa consapevolezza, deve rimettere insieme i pezzi della sua famiglia, come tenere a bada gli istinti depressivi di sua madre e le parabole bigotte e sessiste di sua zia Peg.
Creata, prodotta, scritta e interpretata da Joshua Michael Thomas (vero nome di Josh Thomas), Please like me prima di diventare una serie tv faceva parte di un omonimo show comico del 2007, che il commediografo ha presentato al Melbourne International Comedy Festival, vincendo il premio come miglior esordiente. Nato sotto il segno della comicità, Josh Thomas fin da ragazzo ha sognato la vita da attore.
Prima è stato anche giornalista, scrivendo per alcune riveste come Girlfriend e The Age, lanciandosi poi anche in diversi podcast in cui ha ironizzato sulla sua vita e sui rapporti di coppia. Dichiaratamente gay e ateo, la carriera in tv ha subito un balzo proprio grazie a Please like Me. La prima stagione composta solo da sei episodi, è basata prettamente su i suoi spettacoli comici. Dalla seconda c’è stato un netto cambio di marcia, anche se la serie non ha perso la sua identità. Il successo è stato fulminate, ma trovare spazio in tv non è stato facile.
Per gli australiani una serie “troppo gay”?
Josh Thomas ha lavorato per 4 anni al plot della serie, collaborando insieme all’amico Todd Abbott. All’inizio era la ABC1 che avrebbe dovuto trasmettere lo show. Fu presentato come una sit-com e soprattutto come un prodotto diverso dal solito, di impostazione teatrale. Alla fine, Please like me si è spostato sul secondo canale del broadcasting, più digitale e con un pubblico meno eterogeneo. E ovviamente da qui sono nate una serie di polemiche in cui, il passaggio a un altro network, sarebbe dovuto al fatto che la serie fosse ‘troppo gay‘ per il canale principale della tv australiana. Il successo però è andato ben oltre le aspettative, tanto è vero che dal 2014 le bizzarre vicende di Josh sono arrivate negli Stati Uniti su Pivot, piccolo network satellitare.
Contro la mascolinità tossica: il mondo LGBT di Josh Thomas
È una serie atipica, di nicchia, totalmente diversa da ciò che è passato in tv negli ultimi anni, ciò non vuol dire però che Please like me sia meno “vera” rispetto alle altre. Anzi, lo è ancor di più. Il giovane autore è stato intelligente nel raccontare il (lungo) percorso verso l’accettazione di noi stessi senza falsi perbenismi, grazie a una comicità brillante, sagace e per nulla banale.
Attraverso gli occhi di Josh, così dolci ma anche cosi disamorati, si delinea una quadro in continuo movimento, capace di stigmatizzare vizi e virtù della comunità LGBT. Soprattutto, la serie rema contro la mascolinità tossica, mettendo in mostra pochi fisici da copertina per dare spazio a personaggi complessi ma pieni di fragilità. Il creatore ad oggi è impegnato in un altro progetto sulla falsa riga di Please like me. Su Freeform è nel cast di Everything’s gonna be okay, comedy inclusiva ancora inedita per il pubblico italiano.
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