Oggi 40enne, Thomas Hitzlsperger è un ex calciatore che ha giocato anche in Serie A, nella Lazio, per poi fare coming out dopo essersi ritirato, nel 2011. Da allora Hitzlsperger, ex direttore sportivo dello Stoccarda, ha più volte parlato di omotransfobia nel calcio, con i mondiali del Qatar che partiranno domenica inevitabilmente all’ordine del giorno.
Intervistato dall Gazzetta dello Sport, l’ex centrocampista ha spiegato come mai non sarà fisicamente in Qatar. “In generale tutto ciò che circonda questo Mondiale, a partire dalla sua assegnazione per arrivare alla ridicola lettera inviata dalla Fifa alle varie Federazioni chiedendo di concentrarsi solo sul calcio è decisamente fastidioso. Ma amo ancora il calcio, non sono riusciti a far fuori la mia passione“.
Hitzlsperger ha girato un documentario per Ard, rete tedesca che lo vedrà commentare la manifestazione. Un documentario girato tra Qatar e Nepal, per raccontare le spaventose condizioni dei lavoratori impiegati nella costruzione degli stadi, con migliaia di morti “occultati” dalle autorità.
“In Qatar abbiamo incontrato grandi difficoltà per raccogliere testimonianze”, ha confessato l’ex calciatore. “Siamo stati in Nepal a parlare con i familiari di persone che sono state costrette a lavorare a Doha in condizioni pessime: gente che non è stata pagata, una donna che ha ricevuto il corpo del marito in una bara. In 12 anni si dovevano costruire 8 stadi e praticamente un’intera città per ospitare 32 squadre e i loro tifosi. Il tutto perché per le 4 settimane del torneo si potessero mandare cartoline positive e far sì che il Paese si presenti con una facciata che era diversa prima e sarà diversa dopo il Mondiale“. Sul numero dei lavoratori morti, non ci sono cifre ufficiali.
“Nessuno si azzarda a dare numeri precisi, ma non sono certo 3 come ha detto la Fifa”. Nelle ultime settimane si è parlato di oltre 15.000 morti, con operai costretti a lavorare in condizioni disumane, a temperature folli, in mezzo al deserto. Ma le critiche, ha puntualizzato Hitzlsperger, non dovrebbero riguardare solo il Qatar. Bensì anche quella FIFA che ha incredibilmente assegnato il mondiale ad un Paese tanto inospitale.
“Un’altra cosa: si critica il Qatar, giustamente, ma si dovrebbe fare lo stesso con la Fifa e con chi ha preso soldi per appoggiare questo Mondiale. Se tutti avessero rifiutato il denaro il Qatar avrebbe avuto un problema, ma l’avidità nel mondo del calcio è immensa. Io posso capire che certe compagnie intrattengano relazioni commerciali con Paesi come il Qatar, fa parte del business. Ma non trovo corretto che ex calciatori prendano grosse cifre per dire che il Qatar è fantastico. Io commento i Mondiali per una tv tedesca perché mi piace il calcio, ma non potrei mai accettare denaro dal Qatar o dalla Fifa. Infantino è una persona intelligente, con un’ottima dialettica. Perché non parla? Un po’ di trasparenza farebbe bene al calcio”.
Ogni riferimento a personaggi come David Beckham, che avrebbe preso 177 milioni di euro dal Qatar diventare il volto dei mondiali, è puramente casuale. Nelle ultime ore è partita una raccolta firme tutta italiana contro il mondiale dell’omotransfobia, chiedendo ufficialmente alla FIGC di sposare la campagna OneLove.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.