Silvana Sciarra presidente della Corte costituzionale. Sentenziò a favore delle famiglie arcobaleno

Già giudice della Corte costituzionale dal 2014, Sciarra è così diventata la 2a presidente donna della Corte dopo Marta Cartabia.

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74enne giurista e accademica di Trani, Silvana Sciarra, già giudice della Corte costituzionale della Repubblica Italiana dal 2014, è stata nominata nuova Presidente della Corte costituzionale, succedendo a Giuliano Amato. È la 2a donna a ricoprire tale ruolo in quasi 70 anni dopo Marta Cartabia, presidente per nove mesi tra il 2019 e il 2020.

20 anni fa direttrice del Gender Studies Programme presso l’Istituto universitario europeo di Fiesole, Sciarra ha sentenziato in passato in favore dei diritti delle famiglie arcobaleno.

Tra le sue sentenze si ricorda la 32/2021, che definisce “intollerabile” il vuoto di tutela per le bambine e i bambini delle famiglie arcobaleno, invitando il Parlamento a provvedere il prima possibile.

Una sentenza legata ad una coppia di donne, mamme di due gemelle avute tramite fecondazione eterologa fatta all’estero, con le due bimbe riconosciute in Italia solo come figlie della donna partoriente. Quanto quest’ultima ha lasciato la compagna e ha voluto far sparire le due figlie dalla sua vita, ha potuto farlo, obbligando l’ex compagna a rivolgersi ad un tribunale per chiedere il riconoscimento legale del suo legame con le gemelle. I giudici di Padova si rivolsero alla Consulta, e qui entrò in gioco la sentenza di Silvana Sciarra, che sottolineò come spetta al legislatore individuare il «ragionevole punto di equilibrio tra i diversi beni costituzionali coinvolti, nel rispetto della dignità della persona umana», per fornire tutela ai diritti del minore «alla cura, all’educazione, all’istruzione, al mantenimento, alla successione e, più in generale, alla continuità e al conforto di abitudini condivise», evitando di dar vita a bambini di serie A e a bambini di serie B .

“I nati a seguito di procreazione medicalmente assistita eterologa praticata da due donne versano in una condizione deteriore rispetto a quella di tutti gli altri nati, solo in ragione dell’orientamento sessuale delle persone che hanno posto in essere il progetto procreativo. Essi, destinati a restare incardinati nel rapporto con un solo genitore, proprio perché non riconoscibili dall’altra persona che ha costruito il progetto procreativo, vedono gravemente compromessa la tutela dei loro preminenti interessi”.

La sentenza chiese dunque al Parlamento di riconoscere la «genitorialità sociale» anche quando non coincide con quella biologica, chiedendo alla politica «di colmare al più presto il denunciato vuoto di tutela, a fronte di incomprimibili diritti dei minori». Peccato che poi nulla sia stato fatto.

Dal 2017 Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, Sciarra, Professoressa ordinaria di Diritto del lavoro e di Diritto Sociale Europeo presso l’Università di Firenze e l’Istituto Universitario Europeo,  ha così commentato l’avvenuta elezione, con un solo voto di scarto nei confronti di Daria de Pretis.

 

“Non posso nascondere l’orgoglio di essere stata la prima donna eletta dal Parlamento perché è prevista una maggioranza dei due terzi”. “Dico questo perché la trasversalità del consenso è quella da cui si trae l’indipendenza. Vengo a una parola ricorrente nel gergo della comunicazione e questa parola è sobrietà, credo che la sobrietà si addica alla comunicazione e alla comunicazione istituzionale in modo accentuato. Dalla sobrietà l’istituzione acquista autorevolezza, dalla sobrietà e dalla trasparenza e dall’indipendenza. Anche l’indipendenza è una parola importante, il cuore del nostro lavoro”. 

Sciarra, nel prosieguo della conferenza stampa, si è detta sconvolta dai femminicidi: “Forse le risorse non sono abbastanza, forse i sistemi di tutela non sono abbastanza forti”.  “Ancora una volta dobbiamo lasciare parlare la Corte con le sue sentenze, come quella storica del ’75 che per certi versi ha aperto la strada del legislatore. Al centro vi è la salute e il benessere psicofisico della donna, senza trascurare ove possibile la tutela e la salute del feto, quindi l’equilibrio fra due valore, la tecnica del bilanciamento. Ove possibile si salvano entrambe”. “Il modo migliore per far emergere le donne è offrire soprattutto alle giovani donne le stesse occasioni di crescita degli uomini, offrire le chance di crescita formativa e di ingresso nel mercato del lavoro in ambienti frequentemente preclusi”. 

Tra i temi che si attende di affrontare anche la difesa dell’ambiente, i diritti dei lavoratori, le norme sulla sicurezza, le carceri più umane.

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