Uganda: il governo criminalizza SMUG, associazione per i diritti LGBTQIA+ che opera dal 2004

L'Uganda fa l'ennesimo passo indietro dopo l'elezione di Yoweri Museveni.

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Il governo Ugandese ha criminalizzato una delle più importanti associazioni per i diritti LGBTQIA+, segnando una grave battuta d’arresto in materia di diritti per la comunità queer locale.

Sexual Minorities Uganda (SMUG)” ha ricevuto l’ordine di chiudere i battenti con “effetto immediato”. La motivazione, palesemente fittizia, è l’accusa di non aver registrato correttamente l’associazione agli uffici governativi.

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SMUG ha denunciato l’ordine, definendolo una “evidente caccia alle streghe” da parte del governo contro la comunità LGBTQIA+.

Le minoranze sessuali subiscono infatti una persecuzione diffusa in Uganda, paese dove le opinioni anti-gay e transfobiche sono normalizzate e, anzi, ben accolte.

L’omosessualità in Uganda non è di per sé un reato quanto l’intraprendere una relazione con persone dello stesso sesso: chi viene “beccato” potrebbe arrivare a ricevere l’ergastolo per aver commesso “reati contro natura”.

I dati ufficiali mostrano che 194 persone sono state accusate del reato tra il 2017 e il 2020, di cui 25 condannate.

Si tratta di un’evidente caccia alle streghe radicata nell’omofobia sistematica, alimentata da movimenti anti-gay e anti-trans“, ha dichiarato il presidente di SMUG Frank Mugisha, attivista gay ugandese.

Ha inoltre accusato le autorità di trattare i membri della minoranza LGBTQIA+ Ugandese come “cittadini di seconda classe”, e di aver adottato politiche volte a eradicare la loro identità e validità in più di un’occasione.

Venerdì i funzionari ugandesi hanno annunciato che avrebbero interrotto le operazioni di SMUG perché l’associazione, fondata nel 2004, non aveva registrato correttamente il proprio nome presso l’Ufficio nazionale delle organizzazioni non governative (ONG).

È lo stesso motivo addotto lo scorso anno quando dozzine di ONG – comprese le organizzazioni pro-democrazia – sono state bandite dalle autorità ugandesi.

Questa volta i funzionari hanno affermato che il problema deriva dal nome stesso di SMUG: Sexual Minorities Uganda.

In una dichiarazione, l’Ufficio delle ONG ha riconosciuto che SMUG aveva tentato di registrarsi presso le autorità nel 2012, ma che la domanda era stata respinta perché il nome completo di SMUG era considerato “inappropriato”.

La situazione per la comunità LGBTQIA+ in Uganda

Il presidente Yoweri Museveni, in carica dal 1986, è noto per i suoi commenti omobitransfobici: in un’intervista alla CNN del 2016 aveva definito “disgustose” le persone omosessuali.

Sebbene non esistano di fatto leggi che criminalizzino specificamente l’essere transgender in Uganda, le persone trans sono regolarmente perseguite per altri reati, tra cui la “personificazione” (falsa rappresentazione), secondo i rapporti compilati dalle organizzazioni per i diritti umani.

Dalla sua fondazione quasi due decenni fa, SMUG ha condotto una strenua campagna per i diritti delle persone LGBTQIA+ in Uganda, promuovendo l’accesso ai servizi sanitari e sostenendo i membri della comunità in contrasto alle persecuzioni sistematiche.

SMUG ha infatti intrapreso diverse azioni legali per tutelare le persone queer dalle persecuzioni sistematiche.

Famosissima la petizione lanciata nel 2010, presentata alla corte ugandese contro una testata giornalistica che aveva pubblicato i nomi e le fotografie di uomini gay ugandesi al grido di “impicchiamoli”.

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L’associazione aveva corroborato la petizione dichiarando che molti dei suoi membri erano stati aggrediti o insultati per strada come diretta conseguenza dell’articolo, inclusa una donna lesbica che aveva rischiato di perdere la vita a causa di una sassaiola.

Solo nel 2019, i politici ugandesi discutevano se introdurre o meno la pena di morte per le relazioni omosessuali, un emendamento legislativo condannato da quasi l’intera comunità internazionale prima di essere ritirato.

Più recentemente, SMUG aveva criticato apertamente la retorica anti-LGBTQIA+ dei politici ugandesi durante la campagna elettorale del 2021.

Gli esponenti politici di tutti i partiti stanno usando la comunità LGBT come capro espiatorio per ottenere sostegno e voti e questo non fa altro che incrementare il sentimento omobitransfobico già presente in Uganda“, aveva dichiarato Mugisha.

La chiusura di SMUG segnerà l’ennesimo passo indietro per l’Uganda, dopo l’elezione lo scorso anno di Yoweri Museveni, rieletto per il 6° mandato consecutivo a guida del paese.

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