A poche ore dalla giornata internazionale della visibilità transgender, e mentre a Roma quasi 10.000 persone si sono ritrovate in corteo in difesa dei diritti delle giovani persone trans, Fratelli d’Italia, partito di maggioranza di governo, è tornato a tuonare contro la comunità transgender.
Anita Menegatto e Andrea Barbini, delegati di Fratelli d’Italia del Comune di Venezia per i dipartimenti “Pari Opportunità”, “Famiglia e Valori non negoziabili” e “Istruzione”, hanno infatti spedito una lettera con intestazione del partito a Maria Rosa Cesari, dirigente scolastica del liceo Marco Polo di Venezia, affinché la preside interrompesse la carriera alias, che tra i banchi di scuola consente agli studenti transgender di sostituire il nome anagrafico assegnato alla nascita in base al sesso biologico.
“Sollecitiamo i dirigenti scolastici ad interrompere tale progetto nel rispetto dei docenti che, in base all’articolo 479 del Codice penale, prevede il reato di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, sarebbero perseguibili”, la minaccia tutt’altro che velata inviata alla dirigente scolastica, che ha duramente replicato.
“È inaccettabile che un partito politico entri a gamba tesa nella vita della scuola”. “Siccome loro come partito non sono d’accordo, pretendono che noi eliminiamo la carriera alias. Ma queste per non sono questioni etiche, non politiche“.
Anche Pro Vita, lo scorso novembre, aveva intimato la preside. “Allora non ho sentito l’esigenza di condividere la circostanza con i docenti ma stavolta sì, perché ho sentito che si è alzato il livello dello scontro. Del resto, è un partito di Governo che mi scrive. Ma qui, al liceo Marco Polo, le differenze non sono un disvalore. Ritengo sia da stigmatizzare la pretesa di un partito politico di indicare cosa deve o non deve essere inserito nel piano dell’offerta formativa, scelta che appartiene all’ambito di competenza del Collegio dei docenti e del Consiglio di istituto“, ha precisato la dirigente scolastica, scrivendo al resto dei docenti.
Ad oggi, scrive LaRepubblica, al Marco Polo ci sono 6 carriere alias attive, di cui due diventate realtà proprio dopo le minacce di ProVita.
Alessandro Zan, deputato Pd, ha parlato di una “crociata di Fratelli d’Italia contro i diritti, questa volta contro il liceo Marco Polo di Venezia che consente il percorso di carriere alias per i suoi studenti: un provvedimento di civiltà, peraltro approvato all’unanimità del Consiglio d’Istituto, che sostiene il percorso di vita di tante ragazze e tanti ragazzi. È inconcepibile che ben due esponenti di FdI, su carta intestata di partito, di fatto minaccino una preside e l’autonomia scolastica dell’istituto stesso. A che titolo si sono spinti a fare tali pressioni su una Preside di una scuola pubblica per interrompere le carriere alias? È un metodo intimidatorio che sa di squadrismo, si è superato ogni limite. Il ministro dell’Istruzione Valditara non può restare anche questa volta in silenzio, serve una condanna netta delle istituzioni competenti contro queste pressioni vergognose per ribadire e tutelare l’autonomia della scuola. Piena solidarietà alla Preside Maria Rosa Cestari, ai docenti e a tutti gli studenti del Marco Polo, che resistono e non fanno marcia indietro“.
La scorsa settimana una professoressa di religione del liceo Cavour di Roma ha strappato un cartello con i colori della bandiera transgender in cui c’era scritto “Carriere Alias in ogni Scuola”.
La “Carriera Alias“, lo ricordiamo, consente agli studenti trans* di cambiare nome e genere a scuola ancor prima dei 18 anni e di un eventuale compimento del percorso giuridico relativo al cambiamento ufficiale di sesso. Al di fuori dell’università o della scuola la carriera alias non ha alcun valore legale: non sostituisce un documento d’identità.
La Carriera Alias, che è in continuo perfezionamento, non è altro che un palliativo dinanzi alla legge 164 del 1982, un tempo pionieristica ma oggi, dopo 40 anni, chiaramente obsoleta.
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