Vladimir Putin è tornato a tuonare contro l’Occidente, che a suo dire alimenterebbe “la guerra in Ucraina” destabilizzando “i mercati alimentari ed energetici globali” e organizzando “provocazioni su Taiwan“, direttamente dal Forum Valdai.
“In Occidente non c’è unità, gli eventi nel mondo continuano a svilupparsi secondo uno scenario negativo. Il cosiddetto Occidente ha fatto un gioco sporco, un gioco sanguinoso, senza considerare gli interessi degli altri Paesi”, ha sottolineato Putin. “Le proposte della Russia per costruire la sicurezza collettiva sono state negate, buttate via. Non possiamo fare finta di niente, chi semina vento raccoglie tempesta”.
Come già accaduto in passato, il presidente russo ha nuovamente sparato a zero contro la comunità LGBTQI+, difendendo la propria contestatissima legge contro la propaganda gay.
“Perdendo la supremazia, l’Occidente diventa una minoranza sulla scena mondiale“, ha detto Putin. “Se le èlite occidentali credono di poter varare nuove tendenze come decine di generi e parate del gay pride nelle menti della loro gente, hanno il diritto di farlo. Ma non hanno il diritto di esigere che altri seguano la stessa direzione“.
Parole che arrivano proprio nel giorno in cui la Duma di Stato russa ha approvato in prima lettura una riforma che inasprirebbe la famigerata legge contro la “propaganda gay”, da 10 anni “a tutela” dei minori. Putin vuole che la legge sia ampliata a tutta la popolazione, in modo da silenziare la comunità LGBTQI+ sul piano nazionale. Una vergognosa riforma che equipara l’omosessualità e l’identitè di genere alla propaganda della pedofilia.
Dovesse passare, e passerà al 99%, il governo avrà il potere di chiudere media e siti internet che violano la legge, nonché di espellere i cittadini stranieri. La mannaia della censura cadrà definitivamente su tutta la Russia, con libri, film, serie tv, mostre, Pride, video social considerati a “tematica LGBTQI+”, semplicemente vietati.
Nel suo discorso al club Valdai, Putin ha parlato di un Occidente che vorrebbe “sterminare” la Russia. “Anche nella Guerra fredda, quando i due sistemi erano contrapposti, a nessuno delle due parti veniva in mente di cancellare la cultura, l’arte dell’avversario, la sfera umanitaria andava trattata con rispetto per conservare per il futuro la base dei rapporti sani”. “Ci aspetta decennio più imprevedibile“, ha concluso il presidente russo, da quasi nove mesi invasore d’Ucraina.
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