Recentemente vista al cinema in Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente e a breve protagonista assoluta dell’horror Cuckoo, Hunter Schafer è sempre più richiesta. Modella esplosa come attrice grazie ad Euphoria, le cui riprese della 3a stagione sono state posticipate al 2025, Schafer, icona e attivista LGBTQIA+, si è concessa una lunga intervista a GQ, dalle cui pagine ha anche confermato alcuni rumor legati alla propria vita privata.
Hunter ha infatti rivelato di aver frequentato Rosalía, popstar spagnola e oggi sua grande amica. 5 mesi d’amore, tra l’autunno e l’inverno del 2019.
“Ho amicizie bellissime con persone con cui sono stata sentimentalmente coinvolta. Rosalìa è famiglia, qualunque cosa accada. Girano voci da tanto. Una parte di noi vorrebbe solo farle smettere, e un’altra parte dice: “Non sono affari di nessuno!””. È una cosa che sono felice di condividere. E penso che anche Rosalía si senta così“.
Schafer ha confermato anche di essere attualmente single, e di non fare più coppia con l’attore e cantautore Dominic Fike, conosciuto sul set della seconda stagione di Euphoria: “Mi sto ancora riprendendo dall’ultima relazione. Voglio essere sicura di star davvero bene prima di lanciarmi in una storia nuova“. Anche perché c’è una carriera da coltivare, mai come in questo momento stracolma di progetti. Hunter ha infatti già girato anche Mother Mary di David Lowery, al fianco di Anne Hathaway, e Kinds of Kindness di Yorgos Lanthimos, in uscita a giugno e in odore di Cannes 2024. Sarà a breve inoltre sul set di Palette, horror di Zach Strauss con Noomi Rapace.
Nell’attesa l’attrice si augura che la sua identità e quella di altre persone queer e trans famose possa diventare il prima possibile superflua, come “caratteristica” da citare. Anche per questo motivo Hunter evita sempre più di pronunciare la parola trans nelle interviste.
“Non appena la dico si mangia tutto il resto. Ci è voluto del tempo per rendermene conto, e ci ho messo un po’ anche a capire che non voglio essere ridotta a questo. Lo trovo riduttivo per me e quanto voglio fare. Soprattutto dopo il liceo non ne potevo più di parlarne. Ho lavorato duramente per arrivare dove sono, ho superato i momenti complicati della mia transizione, ora voglio solo essere una ragazza e andare finalmente avanti. Mi hanno offerto decine di ruoli trans e non li ho accettati. Non voglio parlare solo di questo”. “So per certo di essere una delle persone trans più note ai media in questo periodo, e provo un senso di responsabilità, e forse di colpa, per non volere più essere una portavoce. Alla fine, credo davvero che non renderlo il centro di ciò che faccio mi permetterà di evolvermi. E penso che evolvermi e fare cose belle sarà molto più utile alla causa che parlarne di continuo”.
Classe 1992, Rosalìa ha vinto fino ad oggi undici Latin Grammy Awards, un MTV Europe Music Award, quattro MTV Video Music Awards e due Grammy Award per il miglior album latino rock, urban o alternative. Lo scorso luglio il nostro Emanuele l’aveva definita “l’icona gay della nuova generazione“.
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