I Grammy 2024 sono stati delle donne: da Taylor Swift che è entrata nella storia a Miley Cyrus fino a Kylie Minogue, Billie Eilish, la girlband Boygenius, Laufey, Victoria Monét, e SZA. Ma è stato anche il palco dei grandi ritorni: da Joni Mitchell, premiata a 88 anni con il decimo Grammy della sua carriera per Best Folk Album con Joni Mitchell at Newport (Live) e una splendida performance di Both Sides Now ad Annie Lennox che ha utilizzato il palco per un messaggio urgente.
Dopo l’omaggio di Stevie Wonder al caro amico Tony Bennett (morto lo scorso Luglio) sulle note di For Once In My Life, Lennox ha fatto un commovente tributo a Sinead O’Connor, scomparsa anche lei lo scorso 26 Luglio 2023 all’età di 56 anni, esibendosi con il suo pezzo più famoso Nothing Compares 2 U, accompagnata da Wendy & Lisa (membri dei Revolution, storica band formata nel 1979 da Prince). A fine esibizione, Lennox ha urlato sul palco con pugno alzato: ‘Artisti cessate il fuoco! PACE NEL MONDO!’.
Annie Lennox at the #Grammys: “Artists for ceasefire. Peace in the world.” pic.twitter.com/bF8R5n2zLA
— Variety (@Variety) February 5, 2024
Un appello forte e chiaro a fermare la guerra israelo-palestinese e l’unica artista stanotte a riportare l’attenzione sul genocidio in atto.
Una mossa che avrebbe apprezzato la stessa ‘O Connor: nel 1991 l’artista – nominata all’epoca a quattro Grammys, incluso Record of The Year – rifiuto di partecipare alla cerimonia, con una lettera diretta alla Recording Academy per non essersi esposti riguardo la Guerra in Golfo e accusandoli di essere un’istituzione fortemente capitalista: “Loro riconscono principalmente il lato commerciale dell’arte” scriveva “Rispettano il guadagno del materiale, in quanto è l’unica ragione della loro esistenza. E hanno creato un grande rispetto tra artisti per il profitto del nostro materiale – onorandoci ed esaltandoci quando lo raggiungiamo, ed ignorando per la maggior parte chi non lo fa”.
Un anno dopo durante un’esibizione al Saturday Night Live, O’Connor avrebbe strappato in diretta una foto del Papa Giovanni Paolo II come segno di protesta agli abusi sessuali della Chiesa Cattolica.
Nell’arco della sua carriera ripagò con un trattamento mediatico che non riusciva a concepire un’artista così ribelle alle norme o le regole dell’industria. Mentre oggi risentiamo la presenza di cantautori e autrici che sappiano davvero opporsi al sistema, Lennox ci ha ricordato che sotto la patina glamour quel palco può essere ancora una gigante cassa di risonanza.
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