Nelle ultime 48 ore il governo Meloni ha fatto partire un duplice attacco alla comunità LGBTQIA nazionale. Prima la proposta di legge per sopprimere orientamento sessuale e identità di genere tra le ragioni che giustificano la protezione speciale per le persone migranti, poi il pressing sul sindaco di Milano Beppe Sala affinché interrompesse le trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei bambini con due papà e la formazione di atti di nascita italiani con due mamme.
Durissime le reazioni. Dopo Famiglie Arcobaleno, che ha parlato di “situazione indegna di un Paese civile”, anche Arcigay ha alzato la voce.
“Lo stop che il Comune di Milano è costretto a comunicare rispetto alla registrazione dei figli e delle figlie delle coppie same sex in seguito alle pressioni del governo è una delle manifestazioni più concrete della furia che la maggioranza di destra sta scatenando contro le persone lgbti”, ha dichiarato Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. Che prosegue: “Siamo sotto attacco, riceviamo quotidianamente notizie di provvedimenti e proposte normative di questa maggioranza volte a comprimere, abolire, cancellare il riconoscimento di diritti. Milano è solo uno dei casi, il paradigma pare essere quello di allineare l’Italia a Paesi come l’Ungheria, dove alla negazione dei diritti corrispondono tassi di violenza altissimi e un clima sociale persecutorio ai danni delle persone lgbti. Mai come in queste settimane, in cui abbiamo misurato il tasso di inumanità di questo governo, abbiamo sentito questa deriva come incombente”.
Ma non è stato solo Arcigay a tuonare contro l’esecutivo Meloni. Anche il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli ha duramente criticato il governo di destra, parlando di “ennesima battaglia di una grande guerra ideologica” condotta “sulla pelle della comunità lgbtqia+ a difesa di valori antiquati e inumani. Un’opera di ingiustizia sociale sistematica che mira a rendere una parte della popolazione cittadinə di serie B, mentre la maggioranza dell’Italia e dell’Europa chiede riforme e provvedimenti di segno opposto”.
“Continuiamo a lottare unitə per il riconoscimento di diritti uguali per tutti e tutte fin dalla nascita. Chi tiene ai diritti civili in questo paese, dalle associazioni ai partiti, dai sindacati alle singole persone, è chiamato a coalizzarsi e scendere in piazza per restituire pari dignità a un Paese che rischia di diventare presto fanalino di coda europeo nel campo della civiltà e del semplice buon senso”, ha dichiarato Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. “Se il futuro è in mano alle nuove generazioni, come si dice, allora dobbiamo tuttə stringerci attorno alle famiglie arcobaleno e unirci alla lotta che lo stesso Sala e altri sindacə d’Italia hanno annunciato di voler portare avanti: nessuno deve rimanere indietro per garantire che lə nostrə figliə crescano in un mondo di cui possiamo essere fierə”.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.