Beppe Sala ha dovuto cedere al pressing del Governo Meloni interrompendo le trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei bambini con due papà e la formazione di atti di nascita italiani con due mamme, come garantito negli ultimi anni nel capoluogo lombardo. In testa al post la circolare invitata dal ministero dell’interno, in cui si è ricordata una recente sentenza della Cassazione sulla non automatica trascrivibilità di un bambino di una coppia omogenitoriale nato all’estero tramite gestazione per altri.
“La registrazione non dipende solo dalla volontà politica, – ha spiegato Sala – è un atto che ha a che fare con l’apparato amministrativo del Comune e io, vista la presa di posizione della Procura non posso esporre un funzionario pubblico a rischi personali ma è un passo indietro evidente, dal punto di vista politico e sociale e mi metto nei panni di quei genitori che pensavano che a Milano di poter contare su questa possibilità”.
A non poter essere più trascritti saranno ora i figli di due padri che hanno fatto ricorso all’estero alla gestazione per altri e di due madri che si sono affidate alla procreazione medicalmente assistita e che hanno partorito in Italia. Lo stop non riguarda invece i figli di due madri partoriti all’estero.
L’insensata guerra del governo più a destra della storia repubblicana alle famiglie omogenitoriali prosegue, con Sala che negli ultimi anni si era fatto portavoce di quei primi cittadini intenzionati a sfidare il vuoto normativo che coinvolge migliaia di bambini.
“Da oggi, ancora più di prima – ha commentato amaramente il sindaco di Milano – mi faccio carico di portare avanti politicamente questa battaglia e di seguire con la massima attenzione ogni sviluppo, normativo e giudiziario di questa complessa vicenda”.
Alessia Crocini, Presidente di Famiglie Arcobaleno, ha duramente reagito all’ennesimo attacco frontale del governo Meloni:
“Abbiamo appreso con profondo sconforto la notizia, consapevoli di quanto questo Governo si stia adoperando per togliere ogni minimo diritto di cittadinanza alle famiglie omogenitoriali in Italia. Questa notizia fa tristemente coppia con la decisione del Governo italiano di bocciare anche la possibilità di un Certificato europeo di filiazione, quello che permetterebbe ai figli delle coppie dello stesso sesso il riconoscimento dei propri diritti in tutta Europa. I bambini e le bambine con due mamme e due papà esistono già in Italia, i ministri Piantedosi e la premier Meloni se ne facciano una ragione. Ogni giorno vanno a scuola, entrano negli studi pediatrici, giocano nei parchi e nei campi sportivi, frequentano corsi di musica, come tutti i loro coetanei, senza avere i diritti di tutti i loro coetanei.”
Una situazione, hanno rimarcato da Famiglie Arcobaleno, che “non è degna di un paese civile“.
“Ci chiediamo quando questa ingiustizia verrà sanata da una legge di buon senso che rispecchi la realtà. Nel frattempo non ci fermeremo e continueremo a fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per ottenere i più elementari diritti di cittadinanza per i nostri figli e le nostre figlie, con la certezza di avere molte alleanze dalla nostra parte“.
“Questo a mio parere è un passo indietro evidente dal punto di vista politico e sociale, e mi metto nei panni di quei genitori che a Milano pensavano di poter contare su questa possibilità“, ha oggi commentato il sindacoSala nel suo podcast ‘Buongiorno Milano’.
Alessandro Zan, deputato Pd, ha parlato di “intimidazione indegna” ai danni di Beppe Sala da parte del ministero dell’Interno, sottolineando come sia l’UE a chiedere che siano riconosciuti i diritti di tutti. Se non fosse che “il governo italiano” vada “nella direzione opposta”.
Elly Schlein, neo segretaria Pd, ha ribadito la scorsa settimana l’urgenza di una legge a tutela dei “diritti e pieno riconoscimento per i figli delle famiglie omogenitoriali. La società più sicura è quella che non discrimina, non marginalizza, non lascia indietro nessuno“.
Come scritto ieri, il governo ha anche presentato una proposta di legge per sopprimere orientamento sessuale e identità di genere tra le ragioni che giustificano la protezione speciale per le persone migranti.
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La sentenza in questione si riferisce all’utero in affitto, non all’omoaffettività.
Se l’adozione non è la genitorialità degli omosessuali, è solo un nuovo strumento apposito che farebbe riconoscere la famiglia con tale formazione, riconoscimento che non è ancora avvenuto e che quindi non può essere stato revocato o bloccato da nessuno.
Il sindaco Beppe Sala non si può considerare intimidito, bensì fuori dalla sua giurisdizione. Non si esaspìrino i toni.