Il presidente della Repubblica Aleksandar Vučić, sostenitore filo-russo della destra omotransfobica, ha annunciato la ‘cancellazione’ dell’EuroPride che si sarebbe dovuto tenere a Belgrado il 17 settembre, scatenando la reazione degli organizzatori che hanno confermato l’evento, chiamando tutti in piazza. Nell’attesa la tensione è sempre più alle stelle in Serbia, come visto nella giornata di domenica.
Migliaia di manifestanti sono infatti scesi nelle strade della capitale per dire NO all’Europride, tornando così a pressare il Capo dello Stato. La manifestazione di protesta è stata trainata dalla Chiesa ortodossa serba, con i vescovi presenti in piazza che hanno tuonato contro il Pride, che a loro dire minaccerebbe la famiglia tradizionale. Pregando e cantando, i manifestanti hanno raggiunto la Cattedrale di San Sava.
In strada si sono visti cartelli di ogni tipo, tra Santi, croci e Madonne, al grido “salviamo i nostri figli”. Il vescovo Nikanor ha definito l’Europride come “una profanazione del nostro Paese, della nostra Chiesa e della nostra famiglia”, annunciando la presenza di migliaia di persone “pronte a scendere nuovamente in piazza per mettersi davanti a coloro che avranno intenzione di distruggere i valori della Serbia“.
Tutto questo a poche ore dall’annuncio del presidente Aleksandar Vučić, che in diretta tv ha annunciato la cancellazione dell’evento citando le nuove tensioni tra Serbia e Kosovo e i problemi legati alla crisi energetica e alimentare figlia dell’invasione russa in Ucraina. Vučić ha anche ammesso di aver ricevuto forti pressioni dai partiti di estrema destra e da alcuni rappresentanti della Chiesa ortodossa serba, concludendo con un laconico “a un certo punto non si può ottenere tutto“.
Marko Mihailovic, direttore del Belgrado Pride, ha tuonato contro il Presidente, precisando come il governo possa cercare di vietare la manifestazione, ma non cancellarla, perché protetta dalla Costituzione serba. Ana Brnabić, da pochi giorni riconfermata premier, aveva difeso l’EuroPride con una lettera spedita all’EPOA ai tempi dell’assegnazione dell’evento: “Il governo che guido è impegnato a garantire il pieno rispetto dei diritti umani e di tutti i cittadini e con la presente promettiamo di aiutare il team organizzativo del Belgrado Pride a garantire l’organizzazione dell’EuroPride a Belgrado nel 2022”. Parole che oggi fanno ancor più rumore, dopo le dichiarazioni del Capo dello Stato.
Da giorni Ana, dichiaratamente lesbica, tace. Colpevolmente.
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