California primo Stato d’America ad accogliere i rifugiati trans* in fuga dagli altri Stati transfobici

Sempre più leggi anti-LGBT travolgono gli stati repubblicani d'America, con i giovani trans* in fuga insieme alle loro famiglie e finora nessuno a proteggerli.

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La terribile ondata di leggi anti-LGBT che negli ultimi mesi ha interessato gli Stati repubblicani USA sta facendo preoccupare non solo la comunità LGBTQ+, ma anche gli Stati più liberali dove le leggi in atto sono a favore della comunità. Texas, Florida, Alabama e Virginia sono i principali promotori di veri e propri attacchi alla vita delle persone queer, in particolare alla comunità transgender. In suo aiuto, arrivano ora anche i legislatori della California.

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Le leggi anti-LGBT degli Stati repubblicani mettono in pericolo la vita delle persone della comunità LGBTQ+

Un breve ripasso delle leggi che fino ad ora sono state messe in atto, anche se alcune sono state temporaneamente sospese dai tribunali statali:

  • La Florida ha emesso la famigerata legge “Don’t Say Gay” che vieta qualsiasi discorso riguardante la sessualità e l’identità di genere nelle scuole e mette a rischio la sicurezza dei giovani queer che non possono fare coming out con le loro famiglie; lo scorso giugno il governatore Ron DeSantis ha anche chiesto alla Florida Board of Medicine di vietare – o comunque limitare – le cure che affermano il genere, causando il blocco della copertura di Medicaid per l’assistenza sanitaria di genere.
  • In Texas, il governatore Greg Abbott ha iniziato una vera e propria crociata contro le persone trans*: nelle scuole non possono usare i bagni del sesso in cui si identificano e non possono gareggiare nelle competizioni sportive; le terapie e le cure mediche per la riassegnazione del sesso sono state paragonate agli abusi sui minori e sono state lanciate indagini sulle famiglie, nove quelle già registrate, che sostengono i figli trans* e i medici che li seguono; in un clima di vera e propria persecuzione, i cittadini sono incoraggiati a riportare alle autorità coloro che sospettano avere a che fare con giovani transgender minorenni.
  • Nelle scorse settimane anche il Virginia ha imposto il divieto dei bagni, aggiungendo l’assurda disposizione di dover fare richiesta legale anche solo per essere chiamati con pronomi diversi.
  • L’Alabama ha vietato la fornitura di cure mediche che affermano il genere, nello specifico la fornitura di ormoni, ai ragazzi transgender che hanno meno di 19 anni.
  • In Ohio, dove il governatore repubblicano appartiene alla corrente più moderata, i legislatori stanno riflettendo sulle disposizioni del Texas dopo aver affermato che forse sarebbe effettivamente necessario eseguire degli esami pelvici sugli studenti atleti per assicurarsi che le ragazze trans* non possano gareggiare nelle squadre sportive femminili.
  • L’Arkansas è stato il primo stato di questa imponente ondata a vietare i trattamenti per l’affermazione di genere per i giovani transgender.
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La mappa della situazione delle leggi anti-LGBT negli Stati Uniti. Crediti: Human Rights Campaign

Qua e là se ne possono registrare molte altre, ma queste sono sicuramente le più gravi che hanno dato adito a non poche polemiche – basti ricordare il caos mediatico di molte celebrità e aziende dopo la notizia della legge “Don’t Say Gay”.

Dal momento che gli Stati in questione non sembrano intenzionati a fare un passo – o anche due – indietro e dalla Casa Bianca, nonostante le parole del Presidente Biden, non siano arrivati aiuti concreti, la soluzione a cui sono arrivati molte persone trans* è quella di abbandonare questi Stati per rifugiarsi in altri con leggi più clementi.

E non si tratta di numeri bassi: un rapporto di marzo del Williams Institute presso la scuola di legge dell’Università di Los Angeles ha registrato come più di un terzo dei giovani transgender degli Stati Uniti viva in Stati che hanno un accesso limitato alle cure per l’affermazione di genere. Le iniziative per fuggire si sono moltiplicate, come quella che vi abbiamo raccontato ideata dall’agente immobiliare Bob McCranie, Flee Red States.

Un ulteriore passo avanti, si fa per dire nella tragedia della situazione, arriva dalla California:

«Stati come il Texas e l’Alabama stanno cercando di fare a pezzi queste famiglie [le famiglie di persone trans*]. La California non ne sarà parte. Vi guardiamo le spalle»

Queste le parole del senatore californiano Scott Wiener che hanno accompagnato la firma del disegno di legge SB 107. A partire dal 1° gennaio 2023, la California sarà uno Stato-rifugio per i giovani trans* e le loro famiglie in fuga dai divieti contro le cure mediche. La California le proteggerà dagli sforzi extra-statali di penalizzarle, offrendo assistenza se «vengono criminalizzati nei loro Stati di origine». Anche lo Stato di New York ha annunciato che sta riflettendo sull’attuare un provvedimento simile.

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Scott Wiener è il governatore californiano che ha proposto il disegno di legge SB 107

Oltre all’assistenza medica e sociale, la nuova legge proteggerà le famiglie dei giovani transgender anche sul piano giuridico. Ai tribunali e agli avvocati sarà infatti vietato di perseguire citazioni in giudizio provenienti dagli altri Stati, così come i mandati di arresto, per aver violato le leggi contro le cure per la riassegnazione del sesso. I tribunali avranno anche il diritto di decidere sulla custodia e l’affidamento degli adolescenti, qualora questi si trovino nelle condizioni di ricevere le cure ma siano ostacolati dallo Stato di provenienza e dalla famiglia.

Gavin Newsom, il governatore della California, ha affermato: «In California, crediamo nell’uguaglianza e nell’accettazione. Riteniamo che nessuno debba essere perseguito o perseguitato per aver ricevuto le cure di cui ha bisogno, comprese le cure che affermano il genere».

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Gavin Newsom, governatore della California

Il provvedimento della California ha ricevuto l’appoggio degli attivisti e della comunità LGBTQ+ e arriva come una concreta azione per aiutarne i membri. Tuttavia, nel plauso generale, è bene ricordare come il dover ricorrere a simili leggi sia a dir poco inquietante. Costringere le persone a lasciare la propria casa e tutto ciò che conoscono è semplicemente spaventoso.

Questo, tenendo anche in considerazione i costi di un simile spostamento. Le testimonianze di molte persone che hanno provato a lasciare il proprio Stato confermano che le spese per un trasferimento simile sono difficili da affrontare, soprattutto per quanto riguarda il mercato immobiliare. Si stima che, ad esempio, l’acquisto di una modesta casa nella periferia di Chicago si aggiri intorno ai 350mila dollari. L’inflazioni, gli aumenti dovuti all’instabilità dell’economia e l’andamento oscillante del mercato di case e appartamenti hanno come risultato che molte famiglie sono costrette a mettere mano a tutti i propri risparmi. A questo si aggiungono, ovviamente, i costi delle cure mediche e dei trattamenti che, una volta raggiunto lo Stato che li permette, devono affrontare.

Sicuramente iniziative come quella della California, che a breve potrebbe essere seguita dallo Stato di New York, sono quanto meno indicazione che, dove la legislazione più alta non riesce ad arrivare, un minimo di supporto e collaborazione tra gli Stati liberali esiste ancora.

«Con la SB 107 firmata in legge, la California sta respingendo con forza l’odio anti-LGBTQ che si sta diffondendo in alcune parti della nostra nazione. L’onda arcobaleno è reale e sta arrivando»

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