Avvocatessa e attivista LGBT, nonché pronta a correre per le eventuali primarie di coalizione per la candidatura a sindaco di Bologna, Cathy La Torre ha denunciato sui social la pioggia di insulti e minacce di morte che le piovono addosso privatamente.
“Lesbica di merda”, “feculenta”, infame, “pervertita”, “ributtante”, “drogata”. “Morirai presto, mentre pedali, ti arriverà un colpo di pistola sulla fronte”. “Finirai presto, molto presto in ospedale”. “Sei una lesbica morta”.
“Questo è solo un piccolo campionario delle peggiori minacce e degli insulti che ho ricevuto negli ultimi 3 anni”, ha scritto Cathy su Instagram. “Odio. Un odio cieco, viscerale. Il desiderio di vedermi morta, di uccidermi, di indurmi al suicidio. Perché? Per qualcosa che ho fatto? No, non è per qualcosa che ho fatto. È per qualcosa che sono, cioè lesbica”.
Perché questa è l’omotransfobia, che ti colpisce solo e soltanto per quello che sei. “Non per qualcosa che potrei scegliere, liberamente, di fare o non fare pur di metterli a tacere“, ha continuato La Torre. “Ma per qualcosa che sono, che non posso accendere o spegnere a piacimento con un interruttore, che non posso scegliere di fare o non fare. Perché non si può scegliere la propria identità, non si può scegliere da chi si è attratti e non si può scegliere chi amare e chi no. È questo, questo piccolo devastante dettaglio, che sfugge a molti. Che sfugge a chi finge di non comprendere quanto sia mortificante, svilente, distruttivo convivere con la paura di essere aggrediti, insultati, dileggiati, perché semplicemente, esistiamo. Quindi, no, non venitemi a raccontare che la violenza è tutta uguale ed è già punita allo stesso modo”.
Un messaggio chiaro inviato ai tanti esponenti della destra italiana che puntano ad affossare il DDL Zan perché a loro dire, ma così non è, “c’è già una legge”.
Perché io per ogni lesbica di merda che ho dovuto sopportare per tutta la vita non ho mai ricevuto alcuna vera protezione. E come me milioni di persone. Ma provate a immaginare se toccasse a voi. Se fossero arrivati a voi queste minacce, questi insulti. E poi, se ne avrete ancora il coraggio, provate a dire che una legge contro l’omobilesbotransfobia non è una priorità.
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Necessaria proprio in situazioni come questa come difesa in piu',i veri "feculenti" o semplicemente quelli che non hanno mai conosciuto una persona lgbt vivendo di stereotipi, sono sempre li, pronti a ribadire che non c'hanno capito un c. ,continuando a sfamare l'omofobia dilagante. Inutile fargli accettare la realta', mentre continuano a vedere quello che vogliono vedere, facendo passare il nostro essere persone come fosse una scelta o un'ideologia da zittire o cambiare.