52 anni, Colman Domingo ha recentemente indossato gli abiti di Ali in Euphoria, al fianco di Zendaya, dopo aver girato decine di film in 25 anni, passando da Spike Lee a Steven Spielberg, da Clint Eastwood a Lee Daniels e Ava DuVernay, da Barry Jenkins al nostro Stefano Sollima.
Gay dichiarato e felicemente sposato con il 40enne Raúl, Domingo ha ora l’occasione di una vita, grazie ad uno di quel film che possono cambiarti la carriera. Rustin di George C. Wolfe, regista di Ma Rainey’s Black Bottom, con Dustin Lance Black, premio Oscar per Glee, autore dello script.
Film Netflix in uscita nel 2023, Rustin si è oggi concesso la prima immagine ufficiale, che vedo Colman mattatore assoluto. Il film racconterà “la storia del carismatico, dichiaratamente gay, attivista per i diritti civili Bayard Rustin, che ha superato una miriade di ostacoli e ha modificato il corso della storia americana organizzando la marcia del 1963 su Washington“, si legge in una dichiarazione ufficiale Netflix. La famigerata Marcia su Washington è quella per il lavoro e la libertà che il 28 agosto 1963 segnò la svolta del movimento per i diritti civili, e a cui parteciparono tra le 200.000 e le 300.000 persone. Proprio in occasione della marcia, Martin Luther King pronunciò il famoso discorso I have a Dream.
10 anni prima, nel 1953, Rustin venne arrestato per omosessualità, all’epoca reato in numerosi stati degli Stati Uniti. Rustin non nascose mai il suo essere gay, realtà utilizzata dai suoi detrattori per tenerlo dietro le quinte del movimento nonviolento senza mai diventarne portavoce. A produrre la pellicola un duo d’eccezione: Barack e Michelle Obama.
Nel 2024 Colman Domingo potrebbe quindi diventare il primo attore dichiaratamente gay a conquistare una nomination agli Oscar 22 anni dopo Ian McKellan, candidato rispettivamente nel 1999 e nel 2002 per Demoni e Dei e Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello.
L’ultimo attore dichiaratamente omosessuale a vincere l’Oscar è stato John Gielgud, come non protagonista nel 1982 per Arturo. Da sempre gay dichiarato, venne condannato per atti osceni in luogo pubblico nel 1953 e diede il via alla lotta per decriminalizzare l’omosessualità in Inghilterra e nel Galles.
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