x
Home / Culture / Cosa vuole dirci Sam Smith su Ken e sull’essere uomo con “Man I Am”

Cosa vuole dirci Sam Smith su Ken e sull’essere uomo con “Man I Am”

L’artista non binary scrive una canzone per Barbie e sovverte le aspettative del genere maschile.

sam smith
0:00
Ascolta l'articolo
3 min. di lettura

Mancano due giorni a Barbie, ma se n’è già parlato così tanto che non possiamo sfuggirne.

Dal primo rocambolesco trailer il nuovo film di Greta Gerwig promette più di qualche sorpresa: la colonna sonora è un hit parade di nomi noti tra cui Nicki Minaj, Billie Eilish, Icy Spice, Dua Lipa, e la new entry Sam Smith che donerà la sua ugola d’oro per il brano ‘Man I Am‘. Una canzone scritta dalla prospettiva di Ken, che in un momento del film arriva a chiedersi: chi sono davvero?

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da SAM SMITH (@samsmith)

Tuttavia, la notizia non ha colto l’approvazione dei social: “Ci sono così tante cose sbagliate in questa scelta” scrivono su Twitter, evidenziando il ‘controsenso’ di far cantare una canzone intitolata ‘L’uomo che sono‘ ad un’artista che non si identifica come tale: “Non dovrebbe essere loro (they) sono?” chiedono altrə.

Ma che piaccia o meno, la scelta è più sovversiva di quanto sembra.

Smith ha fatto coming out come persona non binaria nel Marzo 2019, e d’allora non ha smesso di evolversi: da rassicurante cantante di ballate soul a spericolata creatura queer talmente sopra le righe che fa incazzare destra repubblicana e fanatici religiosi, il suo è un racconto di formazione in costante divenire davanti ai nostri occhi.

Video in autoreggenti e paillettes, tour con le stelline sui capezzoli, e look sul red carpet che non sono mai quello che ci aspettiamo: l’ha rinconfermato proprio alla premiere di Barbie a Londra, dove in un tripudio di outfit rosa shocking si è presentato come Barbie XL con felpa e jeans oversize targati Vetements: “un’ode a tuttə lə ribelli lì fuori” e tuttə quellə outsider queer che sentono di non avere un posto nel mondo.

Come molte persone transgender e non binarie, la presa di consapevolezza della propria identità di genere non avviene dall’oggi al domani, ma è una graduale scoperta fatta anche di contraddizioni e piccoli grandi step, composti da mille elementi – dalla percezione di sé al vestiario ai pronomi utilizzati. “Non ho sentito di regredire in alcun modo. Stavo solo provando cose nuove” dichiarava nel 2022 a GQ “Mi sono sempre sentitə di un genere non conforme. E mi sono sempre sentitə non binary trans. Per tutta la mia vita. Finché non mi sono ritrovatə durante le interviste ogni giorno a raccontare la mia storia di nuovo e di nuovo ancora che ho realizzato che questa narraizione che avevano creato era solo una piccola parte di chi sono”.

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da SAM SMITH (@samsmith)

Dall’altra parte, Ken è il modello maschile più stereotipato, grossolanamente machista, e ridicolo che conosciamo in circolazione. Un totale ‘himbo’ direbbero in America (termine per indicare un uomo bello e sciocco).

Ma se il trailer e le clip con Ryan Gosling non ci ingannano, il nuovo film ne è perfettamente consapevole, a tal punto da ribaltare le carte (a partire da quel look totale denim, ispirato all’innominabile “Ken Gay” del 1992).

A dar parola e musica all’introspezione del maschio “più maschio” che c’è, abbiamo un*artista che maschio non è.

Al contempo, Smith sa cosa significa essere misdegenderatə, accerchiatə da una comunità che ti celebra solo se ti attieni a specifici standard di bellezza, e per molto tempo ha vissuto come ‘uomo gay’. Smith rimette in discussione il genere maschile e lo (ri) osserva dalla prospettiva di chi non vuole più farsi ammorbare da certi stereotipi o costrizioni di genere, donando al nuovo Ken una profondità e intelligenza che non avremmo immaginato.

Nel bel mezzo della Non Binary Awareness Week 2023 (qui il selfie a petto nudo di Mae Martin), possiamo anche smettere di confinare le persone non binarie in una bolla scollegata dalla realtà, ma lasciarle partecipare alla conversazione, educandoci a nuovi punto di vista e arricchendo la narrazione comune. Con la possibilità di ampliare  tutto quello che abbiamo sempre pensato sull’essere “maschi o femmine”.

Che sia un presidio in piazza o una divertente canzone pop nel film più atteso dell’estate.

 

© Riproduzione Riservata
Entra nel nostro canale Telegram Entra nel nostro canale Google

Resta aggiornato. Seguici su:

Facebook Follow Twitter Follow Instagram Follow

Lascia un commento

Per inviare un commento !