Secondo il leghista Alex Galizzi per combattere la droga dello stupro vanno monitorati i locali gay. L’ha scritto in un post Facebook lo scorso martedì, successivamente cancellato: “Fosse stato per me sarebbe rimasto lì” commenta il consigliere bergamasco. Un’uscita infelice, come dice il segretario e deputato Cristian Invernizzi, ma che Galizzi difende a gran voce, rivendicando dati e statistiche
“Le statistiche dicono che in alcuni ambienti l’utilizzo di droghe è maggiore” continua il consigliere, sottolineando – con la scusa evergreen della “tutela pubblica” – che lo stile di vita delle persone gay e l’utilizzo di sostanze stupefacenti vanno a braccetto. Con queste parole deliranti, Galizzi vuole togliere “il velo di ipocrisia” di alcuni gusti sessuali, e salvaguardare la sicurezza dei più giovani, in primis donne e ragazze. Il consigliere ci tiene a specificare – per carità – che il suo non è un attacco sessista: “Resto dell’idea che ognuno può amare e andare a letto con chi vuole, ma l’importante è esserne consapevole”.
Parole che Marco Arlati, presidente di Arcigay Bergamo, considera “agghiaccianti e aberranti”, che non fanno altro che riconfermare l’imperante omobitransfobia del partito leghista, travestita di buone intenzioni. Ancora una volta comunità LGBTQIA+ e problematiche sociali vengono accomunate, alimentando ulteriormente una stigmatizzazione di cui potremmo fare a meno nel 2022: “Non c’entrano nulla orientamento sessuale o identità di genere.È un problema che purtroppo riguarda tutti i giovani.” commenta Arlati “Suggerisco al consigliere Galizzi di creare un fondo con cui sviluppare corsi di approfondimento nelle scuole su queste tematiche e contrastare l’omolesbotransfobia“.
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