Fresca di vittoria, la nuova segretaria del PD Elly Schlein profuma già di rivoluzione.
Dall’europarlamento alla segreteria del Partito Democratico, ha vinto al voto popolare ribaltando quello di ogni iscritto.
Seppur siamo solo al primo step e speriamo di non ridurla solo ad una bandierina per i social, una donna di 37 anni, di sinistra, e dichiaratamente queer a guidare il partito non si era mai vista prima.
Come prevedibile, Schlein – all’anagrafe Elen Ethel – si sta già barcamenando tra body shaming e lo spauracchio di Pro Vita, ma rivendica obiettivi chiari e decisi: dalla difesa dei diritti di ogni individuo e nucleo famigliare al ritorno ad una sinistra ecologica e orgogliosamente femminista. Tanto che Alessandro Zan ha dichiarato: “Mi fa sentire più sicuro“.
Ripercorrendo la sua vita, non sembra una che si è mai spaventata ad essere sé stessa, nella politica e nella vita privata. Come quando confessò al papà che fumava: “Mio padre non sapeva del vizio delle sigarette” racconta a Dagospia “C’ho messo più tempo a confessargli che fumavo che a rivelargli i miei orientamenti sessuali”.
Meno difficile di quando ha fatto coming out all’Assedio nel 2020, dichiarando apertamente a Daria Bignardi la sua bisessualità: “Ho avuto diverse relazioni, in passato, ho amato molti uomini e molte donne, in questo momento sto con una ragazza e sono felice, finché mi sopporta” diceva all’epoca, senza remore.
Un dettaglio che va oltre l’etichetta, e arricchisce un’identità politica forte e diametralmente opposta a quella del Governo Meloni: “Sono una donna. Amo un’altra donna e non sono una madre, ma non per questo sono meno donna” diceva una settimana fa sul palco di Piazza del Popolo, concludendo senza equivoci: “Non siamo uteri viventi, ma persone coi loro diritti”.
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