Una nuova intervista, questa volta al Foglio, e un nuovo attacco alle famiglie arcobaleno e alla comunità LGBTQI+ nazionale. Eugenia Roccella, da poco più di una settimana ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, è tornata a parlare di diritti.
“Non è vero che noi siamo contro le unioni civili, la verità è che siamo contrari alla seconda parte della legge, in cui si apre all’utero in affitto”, ha precisato Roccella, mentendo due volte. Perché fu proprio lei a chiedere l’abrogazione delle unioni civili, e soprattutto perché all’interno della legge Cirinnà non esiste alcuna “apertura” alla gestazione per altri, in Italia già vietata per legge. Non contenta, Roccella è tornata ad attaccare le famiglie arcobaleno, dicendosi contraria alla stepchild adoption e alle adozioni da parte delle coppie omosessuali.
“Lì si parte semplicemente dal miglior interesse del bambino: le adozioni sono difficili e va tutelato l’interesse del bambino. Lei quale pensa che sia il miglior interesse?”. “Sono contraria alla stepchild adoption. penso che un bambino debba avere una madre e un padre”.
Parole che ricalcano quanto già detto sia da Giorgia Meloni che Matteo Salvini, all’interno del Governo più a destra e più dichiaratamente contrario ai diritti LGBTQI+ della storia repubblicana. Gianfranco Fini, ieri tornato in tv dopo 10 anni d’assenza, al cospetto di codesti signori parrebbe Fausto Bertinotti. “A Meloni consiglio di fare attenzione ai diritti civili (famiglia e orientamento sessuale)“, ha precisato Fini su Rai3. “Bisogna ricordare che le istituzioni devono avere un atteggiamento laico. Quando sono stati toccati questi temi, l’opinione pubblica si è sempre spaccata in due. Ogni governo farebbe bene a dire che è compito del parlamento occuparsi di questi temi“.
In tal senso c’è enorme preoccupazione anche nei confronti della legge 194 sull’aborto, che parte di questa maggioranza vorrebbe picconare.
“Ho detto in tutte le salse, io difendo questa legge sull’aborto e ritengo che gli attacchi alla 194 siano invece tutti a sinistra: la 194 è una legge molto equilibrata che mette dei paletti, ad esempio prevede il diritto all’obiezione di coscienza“, ha precisato Roccella a Il Foglio.
“Ultimamente c’è stata la manifestazione delle donne di Nonunadimeno, che tra l’altro hanno fatto una comunicazione social con me a testa in giù, molto carine, molto femministe, molto non violente, per abolire l’obiezione di coscienza”. “Ma gli aborti sono ormai molto pochi”, ha continuato Roccella, “e c’è un equilibrio tra la domanda e l’offerta. Le nascite sono in crollo e gli aborti sono in crollo. Il problema degli obiettori è tutto ideologico, e questo discorso invece va fatto in modo laico. Io non ritengo ad esempio che ci sia nessuna differenza morale tra la pillola abortiva e il metodo Karman, ma so che il metodo Karman offre maggiori garanzie sanitarie mentre la pillola abortiva mette più a rischio la vita delle donne. Vogliamo il medico accanto per ogni nonnulla e lo rifiutiamo durante l’aborto?”. “Bisogna accettare l’idea che l’aborto è il lato oscuro della maternità, e la maternità, con tutti i suoi lati, oscuri e luminosi, esula dal territorio del diritto. Invece per essere cittadina devi essere più possibile simile a un maschio, non mettere in campo il corpo sessuato delle donne, in entrambi i lati, nel materno e nel non materno: è questo secondo me il punto da cui partire da femministe”.
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