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Ghana, attivista gay rapito, tenuto in ostaggio e brutalmente picchiato da 7 omofobi

“Se ci infastidisci, ti uccidiamo”.

zambia
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Il Ghana è uno dei Paesi africani più omotransfobici, con un nuovo DDL presentato a inizio agosto tra i più omobitransfobici visti negli ultimi anni. In un simile clima di paura, un attivista LGBTQ+ del Paese è stato rapito e tenuto in ostaggio da sette uomini, che lo hanno brutalmente picchiato e minacciato, chiedendo il pagamento di un riscatto.

Rightify Ghana, tra i gruppi LGBTQ+ più attivi del Paese, ha denunciato l’imboscata a cui è andato incontro il direttore esecutivo nella regione di Ashanti, il 20 agosto scorso. L’uomo stava indagando su un presunto caso di omofobia ed è caduto in una “trappola” organizzata da un “famigerato gruppo anti-gay violento e organizzato”

“Sappiamo chi sei. Se ci infastidisci, ti uccidiamo e ti seppelliamo qui, e nessuno lo saprebbe”. Così uno dei 7 uomini ha minacciato l’attivista, puntandogli un coltello al collo. Secondo Rightify Ghana, i 7 criminali farebbero parte di un’organizzazione omofoba particolarmente celebre in Ghana. Il loro “target primario” è “la comunità LGBTQ+”.

Come confermato a PinkNews, l’attivista è stato rilasciato dopo il pagamento di un riscatto. La polizia sta indagando. Se i 7 venissero arrestati sarebbe un punto di svolta nella gestione dei crimini omotransfobici in Ghana, dove le relazioni tra persone dello stesso sesso sono illegali dagli anni ’60.

È chiaro che il Ghana non sia sicuro per le persone LGBTQI+, ma questo attacco mirato contro il nostro direttore esecutivo è un tentativo di mettere a tacere attivisti e difensori dei diritti umani“, ha tuonato Rightify Ghana. “Ciò che non sorprende è il fatto che i gruppi violenti che attaccano le persone LGBTQI attaccheranno più probabilmente anche altri gruppi. Vogliamo che tutto il governo del Ghana e tutti i cittadini parlino contro la violenza contro QUALSIASI gruppo di persone, comprese le persone LGBTQI, perché l’insicurezza di qualsiasi individuo o gruppo di persone può avere un impatto negativo sulla nostra sicurezza e sulla sicurezza pubblica collettiva“.

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