A 5 giorni dall’insediamento alla Casa Bianca, Joe Biden ha rimosso il contestatissimo divieto per le persone transgender nelle forze armate statunitensi voluto da Donald Trump.
“Oggi ho abrogato il divieto discriminatorio per le persone transgender di prestare servizio militare“, ha cinguettato Biden. “È semplice: l’America è più sicura quando chiunque sia qualificato per prestare servizio militare possa farlo apertamente e con orgoglio“. Poche parole presto diventate virali, a ribadire la sterzata data dal neopresidente all’intera amministrazione, dopo 4 anni da incubo firmati Trump-Pence.
Lloyd Austin, segretario alla Difesa oggi al suo primo giorno completo di lavoro, ha così cestinato quanto a lungo difeso dal tycoon. Biden aveva promesso di porre fine al divieto al suo primo giorno in carica, ma a causa di ritardi legati proprio alla nomina di Austin la promessa è diventata realtà al 5° giorno.
Trump annunciò il divieto ai militari transgender nel 2017, ovviamente via Twitter. “I nostri militari devono concentrarsi su una vittoria decisiva e schiacciante e non possono essere gravati dagli enormi costi medici e dai disagi che l’essere transgender nell’esercito comporterebbe“, scrisse all’epoca. Peccato che la panzana degli alti costi fosse per l’appunto una vergognosa menzogna, così come non esistono ‘disagi’ nell’essere militari trans. La sua era semplicemente transfobia. I tribunali si ribellarono al volere presidenziale, obbligando l’amministrazione ad un nuovo divieto, poi approvato dalla Corte Suprema, che ribaltò quanto deciso dai vari tribunali. Il divieto è entrato in vigore nell’aprile del 2019, negando effettivamente alle persone transessuali di arruolarsi, ponendo molteplici restrizioni al personale militare trans già in servizio.
Ora, fortunatamente, è stato cestinato. Esattamente come Donald Trump.
Fonte: LGBTNation
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