La testa del Moro è uno dei simboli ancestrali della tradizione siciliana e Cori Amenta lo fa suo rendendolo contemporaneo in un racconto artistico di 10 sculture in ceramica a tematica lgbtq+.
“Cori Amenta si racconta come un “mantra” attraverso una climax di storie miste a nettare e a veleno; come la dea dell’Iliade, canta la sua vita burrascosa e piena di passione, racconta il dilemma dell’esistenza inquieta fino alla trasformazione ad Icona, a Santa. Le sue ossessioni divagano in un inquieto inseguimento fra “masculu” e “fimmina” come l’onda del mare fra Scilla e Cariddi e così ci svela il suo Pantheon di suggestioni feticci e cicatrici.”cit. Greta La Medica
Spazio Noto, gestito da Paolo Perelli, il gallerista che si occupa di promuovere artisti queer, ospita e gestisce la mostra che sarà aperta al pubblico fino al 30 settembre.
Com’è nato il progetto?
Il progetto parte per la mia voglia di ritornare ad avere un legame forte e concreto con la mia terra, Noto. Cercando di rappresentarmi , l’estetica delle teste è volutamente un interpretazione del mio viso , non per smania di apparire , bensì per dire che travestita da moro ci metto la faccia per raccontarmi . Tutte le maestranze di questi pezzi unici sono siciliane. Il progetto Coriamenta & Ligama ( ceramista scoperto da Guttuso ) e Gian Paolo Leone ( restauratore agli Uffizi di Firenze , nonché mio compagno di scuola all’istituto d’arte) dipingono: il primo secondo l’antica arte calatina, il secondo seguendo la tecnica pittorica ad olio delle madonne settecentesche.”
Hai un pezzo della collezione preferito?
In tutte racconto il mio rapporto con il sesso e con l’arte omaggiando i miei artisti preferiti, avvenimenti spiacevoli come quello all’aeroporto di Catania che si è trasformato in una regina nera degli abissi con i capelli tentacolari ( come un puppo, parola che si usa per offendere un gay ).
O Santa Rita, la Santa delle cose impossibili; ad ogni modo quella che più di tutte mi tocca è la principessa dal cui viso cade la maschera da moro, mi ricorda stati d’animo finalmente remoti e soprattutto la necessità di buttare la maschera e di mostrarsi per come si è.
Questo progetto cosa vuole gridare al mondo?
E’ un grido sulla di libertà d’espressione, l’essere cento persone in una, riuscire ad arricchire il prossimo, e non il contrario. Ci tengo inoltre a dirti che il moro per me è stato solo un pretesto per raccontare la mia vita, quindi non vuole essere tradizionale. Vorrei inoltre precisare un’altra cosa: io sono pop, non blasfema.
Com’è essere “queer” in Sicilia?
Io sono solo me stessa in qualsiasi parte del mondo… un bacio grande al popolo meraviglioso di Gay.it!
https://www.instagram.com/coriamentaofficial/
https://www.instagram.com/spazionoto/
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