Un modo sbagliato per raccontare il caso Luca Morisi

Soltanto la politica grillina e di sinistra non comprendono che sfruttare l’orientamento sessuale di Morisi per dargli addosso non solo è sbagliato da un punto di vista politico e comunicativo, ma fa semplicemente schifo.

Un modo sbagliato per raccontare il caso Luca Morisi - salvini mosiri cover - Gay.it
6 min. di lettura

Era facile da immaginare, conoscendo gli attori, l’indecente coro sulla vicenda Luca Morisi: ipocriti e omofobi voi che fate i festini gay, no voi omofobi che andate alla caccia del gay.

Le accuse reciproche, l’enfasi sul clima d’odio, le solidarietà dovute. Non voglio far parte di questo coro, resto fuori. Voglio, pretendo che il dibattito e persino lo scontro politico, in Italia, si fermi dentro il confine della civiltà. Lasciamo fuori le esagerazioni e le battute a effetto, per le drammatizzazioni strumentali, i buoni e i cattivi, gli indiani contro cowboys. Uno scontro che rischia di consumarsi inevitabilmente sulla pelle della comunità lgbt. Bisogna fermarsi subito, adesso.

Chi fa il giornalista e non il politico può e deve parlare dei fatti con una certa precisione. E non serve far sparire la faccenda Luca Morisi dai giornali, come chiede Matteo Salvini che parla di “guardonismo”, sarebbe come rompere il termometro per eliminare la febbre, abbattere i muri per eliminare le scritte. Il problema nostro, dei giornalisti di questo paese, è raccontare la verità dei fatti. Eccoli:

Luca Morisi ha guidato una task force al Viminale, era nella segreteria della Lega, decideva le strategie mediatiche di Matteo Salvini. È oggi indagato per detenzione e cessione di stupefacenti secondo l’art.73 della legge 309/90. Scrivono “cessione” e sembra poca cosa, più avanti con le indagini si chiarirà se è indagato per il comma 1 (spaccio vero e proprio) o comma 5 (uso personale).

La “Bestia” ideata da Luca Morisi dentro questa vicenda giudiziaria non c’entra. Il suo orientamento sessuale neanche. C’è questa droga, che rimbalza nelle cronache come “droga dello stupro” (ma anche qui: lo stupro non c’entra) che è una sostanza che si usa soprattutto nelle discoteche o nei festini a base di sesso e droga (chemsex). Si drogano eterosessuali e omosessuali, uguale. Io non lo so come è andata, quella sera, in questo casale di provincia. Sui giornali leggiamo interviste a un ragazzo che di mestiere fa il prostituto. Interviste che, spiegano dalla Procura, non è detto che siano veritiere, viste le contraddizioni. Il ragazzo dice che si era drogato troppo, era scappato dal casale dopo un 12 ore di sesso e droga e poi ha chiamato la polizia. Il Ghb, si presume fosse dentro questa “bottiglietta di vetro da succo di frutta – si legge negli atti dell’indagine- quasi piena da 125 millilitri contenente del liquido trasparente”, era un regalo di Morisi (“cessione”). Forse. Non ricorda. Sappiamo della perquisizione a casa Morisi, della bustina con 0,31 grammi di polvere bianca. Delle tracce di altra cocaina. E poi di Alexander e P.R. escort noti sia a Roma, dove hanno vissuto per molto tempo, sia a Milano. Si muovono in coppia e riportano le cronache: “a un certo punto chiedono più soldi di quelli pattuiti”. Sappiamo questo. Fatti che andranno accertati dalla polizia.

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Ma è una storia che racconta altre tre storie, poco nascoste sotto l’intonaco del perbenismo. Quella dell’informazione, quella umana, quella politica.

L’INFORMAZIONE
Partiamo da quella dell’informazione che mai si sottrae al riportare l’Italia nel contenitore torbido dei “balletti verdi” e delle “amicizie particolari”.
La pagina più brutta di questi giorni ce l’ha regalata “Il Fatto Quotidiano” con “Gay Pride nella Lega”. Fa riferimento ai “gay nascosti”, infilati da Luca Morisi nella Lega. Una forte allusione becera affidata a fonti anonime. E ancora persone lontanissime alla comunità lgbt che scrivono “grindrer” (non si capisce se per riferirsi all’app Grindr o al sito escort Grindrer Boy?), “droga dello stupro”, “ambiente omosessuale”, “vizi”. Gente cristallizzata in un tempo in cui l’omosessualità era devianza o comunque costume. Ieri “Otto e Mezzo” e “Piazza Pulita” hanno dedicato del tempo alla faccenda. Discussioni e analisi penose, chiudendo gli occhi davanti a quell’elefante enorme, in mezzo allo studio, che era il chemsex. Una questione cruciale della vicenda che tutti fanno finta di non vedere, ci girano intorno come in un ballo triste, danzano ignorando l’abisso che racconta questo tempo.
E mentre i giornali di destra che da anni regalano spazi a curatori, insultano i pride, disinformano su leggi e richieste di diritti, improvvisamente si sono scoperti più friendly dell’Arcigay. I giornali generalisti di centro-sinistra, certificano la loro impermeabilità al mondo Lgbt (fateci caso, scrivono “decreto zan” quando ormai anche chi ha vissuto negli ultimi due anni in una capanna in mezzo ai boschi in perfetto eremitaggio, probabilmente sa che si tratta di un disegno di legge “ddl”, cosa ben diversa).
Media che avanzando la richiesta di una presunta trasparenza morale che puzza di moralismo e finiscono col dare la stura al gossip. Stabilendo che l’omosessualità è un “vizietto”, un “gusto” sessuale.

LA VICENDA UMANA
La vicenda umana è più complessa e riguarda, sì, l’omosessualità.
Luca Morisi è stato canzonato per aver dichiarato: “ho una fragilità”. Parlava di droga o del proprio orientamento sessuale? Non lo sappiamo. Quello che sappiamo è che Matteo Salvini ha offerto una “spalla da amico”. Berlusconi ha fatto la solite battuta da macho che non ci risparmia da quasi trent’anni: “Aveva solo il difetto di essere gay”.
Uscire fuori a quarant’anni non è facile. La ricerca della felicità e il recupero del tempo perduto è l’unica cosa che si può augurare a questa persona. Nel caso di Morisi il suo coming out è in realtà un outing, dei più dolorosi. È difficile, infatti, considerare il non dichiararsi come qualcosa di diverso da una ferita che ci si infligge da soli. E nelle parole e nel privato di Morisi si trovano tracce di insofferenza nell’accettarsi. Fallimento. Codardia. Ipocrisia. Un qualcosa di comune a moltissimi omosessuali italiani. Luca Morisi è uno come tanti, un piccolo uomo perso, schiacciato da una società omofobica che lui stesso ha contribuito a costruire. Giorgia Fracca, psicanalista e psicoterapeuta, che coordina il gruppo ASA per persone con dipendenze da chemsex a L’Espresso ha dichiarato: «Alla base dell’uso di queste sostanze spesso c’è l’omofobia interiorizzata. Il senso di disprezzo per sé o per altre persone omosessuali che spesso è inconsapevole. Sentiamo dire: ho tanti amici gay, sono dichiarato, sono out ma quando arriva il momento di vivere la propria sessualità c’è un senso di stigma e colpa che prevale».

LA VICENDA POLITICA
Stigma e colpa. È il sistema che la destra ha costruito: fate tutto ciò che volete nel chiuso delle vostre case. Alla vicenda umana si intreccia quella politica. Fateci caso.
È il sistema che costringe oggi gli uomini come Morisi a vivere nel segreto, a restare chiusi negli armadi. Si tratta di figure pubbliche le cui redditizie carriere in politica cadrebbero in frantumi se uscissero allo scoperto. Ed è per questo sistema di “stigma e colpa” per cui molti non dichiarati si rivolgono agli escort. Non è solo per la promessa di discrezione, ma è la vecchia dinamica di distruzione reciproca assicurata che si mantiene. Una persona che si prostituisce non può rivelare il tuo segreto senza rivelare il proprio. Lo stigma legato alla compravendita di sesso esiste ancora in Italia. Ecco che tutto si tiene o si è tenuto in piedi fino a quel 14 agosto. Poi qualcosa è andato storto. Forse un tentativo di raggiro, forse una discussione ruotata attorno al denaro, così almeno P.R (uno dei due ragazzi di cui Gay.it pubblica queste foto com contributo a farsi un’idea di chi sia questo ragazzo ) ha detto tutto alla polizia. Cos’è più disonorevole in Italia: essere un professionista del sesso? Un ipocrita non dichiarato? Un drogato?

Bisogna essere chiari su questo punto: il “peccato” di Morisi non è l’orientamento sessuale, non è rivolgersi a dei ragazzi squillo o prendere il Ghb (lo stabilirà la magistratura). No, mi spiace. Il delitto qui è politico: la sua colpa è stata restarsene chiuso nell’armadio e da lì sferrare colpi alla comunità lgbt. Aveva una scelta. Ha preferito alimentare una strategia politica anti-lgbt intenzionale, metterla in mano a politici spregiudicati, e cavalcare sentimenti negativi per il consenso. Genitore 1, genitore 2, gender, le battaglie contro le unioni civili e la reversibilità delle pensioni, le adozioni tra coppie dello stesso sesso. C’era Morisi dietro tutto questo.

Sempre da questa prospettiva, Matteo Salvini che oggi fa il garantista è sempre quello del citofono al Pilastro di Bologna: “Scusi, lei spaccia?”. E mentre il centro-sinistra cerca di cavalcare la questione per cercare di convincere la Lega a votare sul ddl Zan (spoiler: non ce la farà), dimentica che molti elettori gay votano a destra. E buttare sui gay di destra il fardello dell’ipocrisia è quantomeno fuori tempo.
Il leader del Carroccio lo sa e ha infatti dichiarato: “Non pensavo fosse reato essere omosessuali e della Lega”. Non lo è. Nella Lega di origine esisteva un’associazione gay chiamata Los Padania (dove Los non voleva dare un tono esotico, ma stava per Libero Orientamento Sessuale). Oggi il “gay di destra” è una tendenza mondiale. In “Caccia all’Omo” ho intervistato militanti di Lega, Fdi e Casapound. I gay votano a destra. Non è notizia e non c’è stupore. Soltanto la politica grillina e di sinistra non comprende che sfruttare l’orientamento sessuale di Morisi per dargli addosso non solo è sbagliato da un punto di vista politico e comunicativo, ma fa semplicemente schifo. Parlare di “corrente Mykonos”, di “vizio”, di “fragilità”, “debolezze”, “cadute”. Roba da Pillon.

Si vorrebbero colpire gli avversari politici per quel “vizio” nascosto.  Che cosa ci aspetta adesso? Di vedere le intercettazioni, i pedinamenti, le foto? E di cosa poi? Dov’è finito il limite invalicabile della intimità di ciascuno? Se si vuole denunciare l’omofobia, si denunci l’omotransfobia delle aggressioni, del linguaggio, delle leggi mancanti e non volute. Si denunci l’omotransfobia della politica. Quella che ogni giorno regala tantissime persone la sensazione di essere “sbagliati”. L’omotransfobia è omotransfobia, non fa più male se è messa in atto dai politici di destra o dai gay “velati”. Fa male e basta. E dunque fermiamoci. Ritroviamo le coordinate, la bussola, il senso primitivo di giustizia sostanziale, l’umanità. Per noi italiani, per la comunità lgbt, per chi verrà dopo.

 

SUL CASO LUCA MORISI:

Qui ricordiamo quando la Lega, Salvini e la Bestia di Luca Morisi hanno abusato di noi LGBTQ+

Pietas per Luca Morisi, per il suo karma e per quelli come lui

Le contraddizioni del presunto escort e le foto che lo ritraggono a Dubai 

Quando Luca Morisi invocava le orge gay con consumo di droga come un insulto

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Franzc Dereck 1.10.21 - 21:43

Evidentemente questo Burg333 non è neanche capace di leggere un bell'articolo! Lo so che non difendeva ( e ci mancherebbe altro difendere un covo di profittatori! )la Lega. Io non appartengo a nessuna cricca o cosca ,ma voto secondo la mia convenienza e convinzione volta per volta , senza appartenere ad alcuna chiesa , né di destra né di sinistra. E poi questa non è una chat. Che cacchio vuole da me?

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    Anonimo 2.10.21 - 19:54

    Non è una chat ma si può benissimo interagire tra utenti, la funzione "rispondi" è lì apposta. Condivido in pieno quanto scritto da burg333 nei suoi commenti e continuo a non capire quale convenienza possa trovare un gay nel votare un partito dichiaratamente omofobo come la Lega. È un voto totalmente dannoso e pericoloso sia per se stessi che per tutte le altre persone LGBT+.

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burg333 1.10.21 - 20:34

"Molti elettori gay votano a destra" qualche riga più sotto diventa "I gay votano a destra". Ma non dimentichiamoci che votano ANCHE a destra, per fortuna non tutti e non suggeriamolo in nessun modo prima delle elezioni. E comunque, penso che aprire con "Soltanto la politica grillina e di sinistra non comprendono che sfruttare l’orientamento sessuale di Morisi per dargli addosso non solo è sbagliato da un punto di vista politico e comunicativo, ma fa semplicemente schifo." dimostri una certa faziosità dell'autore. Credo che ci siano state pure espressioni di omofobia e molto molto peggiori da parte della Lega e Morisi che è gay lui stesso in questi anni per preoccuparsi "soltanto" della politica grillina e di sinistra. Che poi, quando e dove la sfruttano per dargli addosso? "Il gay Pride della Lega" non è dispregiativo verso il gay Pride o i gay, è una provocazione estrema dell'ipocrisia. Forse a tinte eteronormative, di dubbio gusto, questo è assolutamente vero, però che sia questo che indegna l'autore del caso Morisi tanto da dedicarci l'introduzione, questo dice molto!

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burg333 1.10.21 - 20:16

Chi vota Lega vota anche l'omofobia della Lega. Omofobia diretta da un gay "velato" appunto. "L’omotransfobia è omotransfobia, non fa più male se è messa in atto dai politici di destra o dai gay “velati”. Fa male e basta." Ma è più grave il fuoco amico che il fuoco nemico.

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Franzc Dereck 1.10.21 - 19:40

Con ammirazione e stima per il Redattore di questo articolo. Grazie .

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    burg333 1.10.21 - 20:22

    Non è un encomio della Lega, fai attenzione! Sappiamo che sei leghista e islamofobo dichiarato, da tutti gli altri commenti. Però se li voti o voti la Meloni per la paura degli arabi voti anche contro noi (forse anche contro te medesim* se sei gay). Per "gay di destra" credo che nell'articolo si faccia riferimento al gay neoliberista e capitalista, la persona interessata ai soldi e che si camuffa in società per ottenere potere e privilegi, non al gay omofobo e che vota destra per odio agli altri gay, probabilmente come Morisi che ha creato le campagne contro noi tutt* e ha riattivato la spirale di violenza. Si suppone che "destra" non significhi necessariamente nè razzista nè omofobo, infatti alcuni esponenti della destra sostengono il DDL Zan. Ma non è il caso della Lega per niente! Però si può essere gay e votare Lega e la loro omofobia, è certamente lecito. Questo articolo non è un invito a farlo sicuramente in ogni caso. Poco da ringraziare

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