È probabilmente il capolavoro lgbt che ha richiesto più tempo per la stesura (una trentina d’anni). Stiamo parlando del monumentale Memorie di Adriano scritto da Marguerite Yourcenar, forse il classico gay ambientato nell’antichità più noto di sempre, raro esempio di romanzo storico che risulta un perfetto amalgama di alta letteratura, libro di memorie, meditazione filosofica e visione profetica.
Romanzo epistolare suddiviso in quattro parti più un prologo e un epilogo, è strutturato come una lunga lettera dell’imperatore Publio Elio Traiano Adriano (secondo secolo d.C.) indirizzata al diciassettenne Marco Aurelio che di lì a poco sarebbe diventato suo nipote adottivo.
Adriano racconta la sua vita pubblica e privata; tra le passioni massime spicca l’amore incondizionato per un giovane greco di Bitinia, Antinoo, detto ‘Il fanciullo’, con cui stette cinque anni, dai quattordici di quest’ultimo ai diciannove, quando morì in un misterioso incidente annegando a largo del Nilo. Il rapporto con Antinoo era esclusivo nonostante la presenza della moglie di Adriano, la cugina di secondo grado Vibia Sabina, con cui aveva una fredda relazione e che gli restò comunque accanto per una quarantina d’anni.
«Il modo in cui Adriano ha preso con sé il ragazzo durante i suoi viaggi – sostiene lo scrittore Royston Lambert -, di come se l’è tenuto vicino nei momenti di maggior esaltazione spirituale, morale o fisica e, dopo la sua morte, di come si è circondato con le sue immagini, mostra un desiderio ossessivo per la sua presenza, un bisogno mistico-religioso di avere la sua compagnia.»
Adriano si dedicò da subito al culto di Antinoo: fece imbalsamare il suo corpo dai sacerdoti egizi per depositarne infine i resti in una tomba sotterranea simile a quelle costruite per i faraoni, decorandone le pareti di geroglifici. Istituì riti misterici nel nome di Antinoo e si preoccupò di adornare ogni punto dell’Impero con una statua che potesse immortalare quelle perfette fattezze. Diede anche l’ordine di costruire una città col nome del suo amato, Antinopoli. La relazione tra Adriano e Antìnoo intrigò Marguerite Yourcenar al punto che a quindici anni scrisse una poesia dal titolo Apparition (Apparizione), in cui immaginava Antinoo apparire all’interno di Villa Adriana. La presenza/assenza degli dei è particolarmente significativa in Memorie di Adriano in quanto, nel periodo dell’imperatore, la maggior parte della gente aveva quasi smesso di creare agli dei e nel contempo non era ancora avvezza al Cristianesimo: la centralità dell’essere umano era fondamentale. Adriano regnò dal 117 al 138 d. C. senza annettere nuove province all’Impero: non aveva un animo bellicoso come il precedente Traiano, quindi si preoccupò soprattutto della difesa dell’Impero viaggiando molto. Perché leggere Memorie di Adriano? Perché è un’opera innovativa, scritta magistralmente, e perché ci dà lo spaccato, attraverso la figura di Adriano, del turbinio socioculturale di un’epoca.
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