Agedo, Famiglie Arcobaleno, Arcigay Palermo, Ali D’Aquila, Palermo Pride hanno organizzato un flashmob sabato 5 aprile alle ore 17 in Piazza Verdi per richiedere una maggiore protezione da parte delle istituzioni dopo i recenti episodi di violenza avvenuti nel cuore del capoluogo della Sicilia.
La città si mobilita attraverso la manifestazione in piazza che, oltre a prevedere testimonianze ed interventi, sarà caratterizzata dal flashmob “Fuori la Rabbia” sulle note di “I will survive” di Gloria Gaynor.
Lo slogan dell’evento è “CI VOGLIAMO VIVƏ! SE TOCCANO UNƏ TOCCANO TUTTƏ”. Queste invece le istruzioni per il flash mob scritte in una nota da Arcigay Palermo: “Portate con voi un foglio o un cartellone sul quale avete scritto una parola omolesbobitransfobica o qualunque altra parola d’odio a cui volete dire “basta”, lo faremo tuttə insieme in un momento collettivo nel quale urleremo la nostra rabbia.”
I recenti episodi di violenza in centro Palermo
A spingere le associazioni della città ad organizzare il flashmob “Fuori la rabbia” sono gli ultimi episodi di violenza, tra cui quella omofobica ai danni di una coppia gay di Torino in visita a Palermo, che passeggiava tra via Maqueda e via dell’Università mano nella mano. Quattro adolescenti omofobi hanno picchiato la coppia e a uno dei due fidanzati è stata spaccata una bottiglia in pieno viso.
Altre azioni violente sono state compiute negli ultimi giorni nei confronti di una giovane transgender aggredita e insultata sempre in via Maqueda in pieno giorno e verso un anziano colpito in viso mentre attendeva di superare le strisce pedonali al semaforo.
Arcigay Palermo ha scritto in un post su Facebook queste parole: “La loro rabbia è la nostra, chi aggredisce unə di noi, aggredisce tuttə noi, aggredisce le nostre battaglie ed il diritto alla visibilità di ciascunə: per questa ragione, a distanza di venti giorni, torniamo in piazza per urlare la nostra voglia di vivere, di desiderare e di esprimerci in libertà, intesa come piena, serena e autodeterminata espressione di noi stessə; negli spazi privati e specialmente negli spazi pubblici.
La loro consapevolezza è la nostra: la discussione di questi ultimi mesi sul ddl Zan, che non c’entra nulla con il contenuto del testo, ha invece lo scopo di avvelenare i pozzi del confronto pubblico con conseguenze che sono sotto gli occhi di tuttə e in tutta Italia, riversandosi nelle nostre città che non sono mai state meno sicure di oggi per le soggettività LGBTIQ+.
L’aver definitivamente sdoganato la libertà di odiarci e aggredire ci condurrà, anche qualora la legge venisse approvata la legge, a contare mortə e feritə.
Torniamo in piazza perché questa rabbia che abbiamo tuttə in corpo vogliamo urlarla insieme, consapevoli che per la nostra (r)esistenza è fondamentale lo stare unitə, lo stringerci lə unə alle altrə in una comunità forte, accogliente e sicura per tuttə noi”.