Malesia
La Malesia è uno dei Paesi in cui attualmente vige una legge, contenuta nel Codice Penale del 1936, che criminalizza le attività sessuali tra persone dello stesso sesso e, anche se non sono nominate esplicitamente, anche le persone transgender vengono arrestate sotto questa legge. Le pene arrivano fino a un massimo di vent’anni di prigione a cui si aggiunge una punizione con la frusta. Dopo le elezioni del 2018, gli attacchi alla comunità LGBTQ+ si sono inaspriti, con casi sempre più frequenti di arresti, persecuzioni e punizioni corporali.
Spesso descritta come una battaglia culturale tra le culture occidentali e asiatiche all’interno del Paese: ognuno dei suoi tredici Stati ha instaurato la propria legge della Shari’a, grazie alla quale è stato introdotto anche il reato di sodomia.
L’influenza dell’Islam più conservatore ha portato a una repressione della comunità LGBTQ+ anche online. Qui, i siti LGBT sono bloccati sotto la sezione 233 della legge sui media e le comunicazioni del 1998. I più importanti siti bloccati sono Gay Star News e Planet Romeo, mentre quelli che si rivolgono a un’audience più domestica rimangono visibili.
Gli attivisti e i membri della comunità sono ricorsi ad altre piattaforme di messaggistica come WhatsApp e Telegram per connettersi, dialogare, organizzarsi e condividere news locali.