Palermo, flash-mob contro Ivan Scalfarotto: “Ha tradito il DDL Zan”

Il Palermo Pride ha organizzato una protesta contro il deputato di Italia Viva, in città per la presentazione di un libro contro l'omofobia.

scalfarotto
2 min. di lettura

A pochi giorni dal Palermo Pride, andato in scena lo scorso fine settimana, la comunità LGBT palermitana è stata richiamata in strada giovedì 4 novembre in piazza Pretoria, alle ore 17:00, per contestare Ivan Scalfarotto, deputato di Italia Viva invitato in città per presenziare alla presentazione del libro “Il delitto di Giarre” di Francesco Lepore. Presenti anche Angela Bottari (Pd), Barbara Masini (Fi) e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

Ma è l’invito ritenuto “irricevibile” a Scalfarotto che ha suscitato la reazione del Palermo Pride, perché in quel tavolo andrebbe a sedere “chi ha svenduto i nostri diritti sull’altare delle mediazioni di governo già nel 2013”.

Non tollereremo oltre lezioni sulla buona politica e sulla necessità di mediare per ottenere una legge“, hanno sottolineato gli organizzatori del flash-mob, accusando Scalfarotto di aver provato a “smontare” la legge Reale Mancino nel 2013, “cedendo alle provocazioni dell’UDC e dell’ala cattodem del PD. Ora viene a parlare di omofobia nella nostra città“.

Palermo Pride punta il dito contro Scalfarotto, accusato di voler “mediare” sul DDL Zan. “Ma su cosa?“, si chiedono gli organizzatori della protesta. “Sull’identità di genere e sulla scuola ovviamente. I nostri diritti sono stati svenduti sull’altare delle trattative per costruire una nuova coalizione politica di centro destra che va da Italia Viva fino alla Lega“. Parte così la protesta al grido “Nessuna mediazione sui nostri corpi, il Palermo Pride continua nella lotta“, con flash-mob alle 17.00 del 4 novembre a piazza della Vergona “per protestare contro chi ha tradito la legge“.

Nei giorni scorsi Ivan Scalfarotto ha pesantemente criticato il Partito Democratico, parlando apertamente di “suidicio organizzato” o “assoluta incompetenza” dinanzi al DDL Zan, proponendo di ripresentare il suo testo tra sei mesi. “Certo ci vuole un miracolo per farla passare in questa legislatura perché il tempo rimasto è poco”, ha precisato il Sottosegretario di Stato, prima di commentare sui social l’ultima aggressione omofoba, avvenuta a Ferrara, e tornare a criticare il Pd.

Non basta indignarsi. Non serve piantare una bandiera e non è sufficiente stigmatizzare l’applauso becero e ignobile delle destre in aula al Senato durante il voto sul ddl Zan: bisognava fare di tutto per portare una legge alla definitiva approvazione da parte del Parlamento e, per gli errori di chi quella legge ha portato al fallimento, una legge non c’è e non ci sarà purtroppo nel prossimo futuro. Occorre invece avere finalmente una legge in Italia per il contrasto all’omotransfobia: una legge che arrivi in Gazzetta Ufficiale, che finalmente entri nei codici e viva nei tribunali, non solo nelle piazze e sui social media. Una legge dello Stato che protegga quei ragazzi che ogni giorno vengono insultati, picchiati e perseguitati, avendo la sola “colpa” di essere persone LGBT e di vivere in Italia. Tutto questo è intollerabile e non ammette alcuna ipocrisia.

Il 9 giugno scorso, con tanto di video Facebook, Scalfarotto tuonava: “La legge Zan deve passare così, altrimenti è morta: è già stata frutto di tanti compromessi alla Camera“. Pochi giorni dopo la linea di Italia Viva al Senato ha preso tutt’altra strada, tendendo la mano a chi chiedeva modifiche al DDL e mandando in frantumi quella maggioranza che aveva approvato il disegno di legge alla Camera.

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atrixcastagnaliberoit 3.11.21 - 18:41

Scalfarotto dovrebbe solo vergognarsi per stare in un partito di prezzolati e venduti al miglior arabo offerente : non aspettatevi mai nulla da uno così , non voterà mai una legge nemmeno quelle a sua tutela se chi lo comanda , non da il suo placet !

    Avatar
    Franzc Dereck 4.11.21 - 9:16

    Hai ragione su tutto , tranne che " ....a sua tutela" : una delle sue prime azioni in Parlamento è stata quella di estendere al suo Compagno , ogni tutela sanitaria prevista per i Parlamentari ; e questo ben prima che venissero approvate le Unioni Civili.

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