Il liceo Giulio Cesare di Roma ha detto no a dei corsi proposti dagli studenti. È stata la preside a volere la censura, durante la Settimana dello Studente, durante la quale sono i ragazzi a organizzare dei corsi extra-scolastici, che possono andare dal ripasso privato di alcune materie alle lezioni di musica o altri temi che solitamente non vengono trattati a scuola.
Tra questi, alcuni corsi riguardavano l’identità di genere e l’aborto. E sarebbero questi a essere stati eliminati dalla lista, censurati dalla preside. A denunciare il fatto, un collettivo di studenti, Zero Alibi, il quale ha rivelato la cosa sui social nerwork.
Tra i corsi che avevamo intenzione di proporre, ne avevamo programmato uno sull’aborto, uno sull’identità di genere e un altro sull’occupazione fascista dei Balcani ma ci sono stati censurati dalla nostra preside, con motivazioni che riteniamo assurde.
Motivazioni veramente assurde. Il corso sull’aborto avrebbe portato le donne ad abortire. Il corso sull’identità di genere è stato invece dichiarato inutile, perché l’identità di genere non esiste. Il terzo corso, quello rivolto all’occupazione fascista dei Balcani, non sarebbe stato trattato “secondo un punto di vista oggettivo“.
Alla fine, vincono gli studenti. Ma rimane la censura su aspetti importanti
A Repubblica, la preside ha infine dichiarato che l’intero programma è stato rivisto, permettendo senza censura tutti i corsi proposti durante l’autogestione.
Nonostante questa vittoria per il collettivo Zero Alibi, rimane il fatto che il liceo avrebbe preferito la censura alla discussioni di temi delicati, come possono essere la non discriminazione, l’inclusione e argomenti che rispecchiano la storia d’Italia e non solo.
Se per gli studenti, si è trattato di “un pregiudizio puramente ideologico“, la preside ha censurato dei diritti fondamentali, come quello dell’informazione.
Si trattava infatti di sensibilizzare e far conoscere dei temi spesso messi in secondo piano, “dei quali non si parla davvero per niente nel luogo che più dovrebbe formarci come cittadini e cittadine consapevoli, ovvero la scuola. Da sempre riteniamo e ribadiamo che la scuola debba essere un luogo di dibattito e di confronto, riflessione, di crescita culturale ma soprattutto personale ed essere censurati così va a confermare ancora una volta il fatto che da questo punto di vista c’è ancora molto da fare“.
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