Si terrà il 20 Novembre, a Milano, la marcia per la liberazione delle persone transgender e non binarie. Con appuntamento alle 17 a Piazza Oberdan, è la prima marcia promossa da due associazioni trans milanesi, insieme all’attivista Antonia Monopoli dello Sportello ALA Trans Milano, Laura Caruso dell’ACET Associazione Transgenere, e la Consigliera comunale a Milano, Vicepresidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili, Monica J. Romano.
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Un momento più urgente che mai, in un periodo storico dove le persone transgender si ritrovano ancora senza l’assistenza sanitaria necessaria e con una classe politica che alimenta disinformazione, ne invalida l’identità, relegandole ai margini. Ultimo caso, quello di Chiara, 19enne di Napoli che si è tolta la vita perché quotidianamente derisa e umiliata, senza il minimo supporto da scuola e famiglia: “Cosa c’è di male nel voler essere me stessa? Perché devo soffrire se voglio mettere un rossetto o truccarmi?” chiedeva Chiara, condividendo quest’incubo con gli operatori del Gay Center di Roma: “A volte mi chiedo cosa ci sia di sbagliato in me, in fondo sono solo un essere umano. Mi sento una donna, vorrei non avere paura. Ma sono in un labirinto senza uscita”.
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Prima di lei si ricorda Cloe Bianco, ex insegnante di laboratorio allontanata dall’istituto Scarpa di San Donà di Piave perché la sua identità era considerata scomoda e fuori posto, che si è tolta la vita lo scorso Giugno per liberarsi da una solitudine insostenibile.
Naomi Cabral, donna transgender argentina e sex worker di 47 anni, sex worker, strangolata da cliente a Marina di Tor San Lorenzo.
Noah, ragazz* gender variant, che si è tolto la vita a 13 anni.
Elios, persona non binaria di 15 anni, che si è gettata dal quarto piano di una palazzina residenziale.
Un filo rosso, che come dice Monica J. Romano, prende sempre il nome di transfobia. Solo alcuni tra i tanti innumerevoli nomi e volti invisibili che meritano spazio, ascolto, e autodeterminazione, e che il 20 Novembre verranno ricordati con l’obiettivo di riscrivere il presente e renderlo migliore: “Sfileremo in silenzio, reggendo delle candele e dei cartelli con i volti delle vittime. Marcerai con noi?”.
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