E fu così che Mahmood portò l’amore gay nel mainstream (e nei letti degli altri)

Dopo anni di polemiche, il nuovo album NLDA presenta testi e visual inequivocabili.

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Mahmood Nei letti degli altri e l'amore gay
Mahmood Nei letti degli altri e l'amore gay
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Presto torneremo a scrivere Nei letti degli altri. L’album che Mahmood ha pubblicato tre giorni fa, il 16 Febbraio, anticipato dal successo globale di Tuta gold e Coktail d’amore, è un trip di gioielli acuminati, che ti entrano lentamente sotto pelle, per devastarti, ma anche per farti un po’ sorridere. E canticchiare.

Ma abbiamo bisogno di tempo. Di lasciar andare, affrontare le giornate con l’album a loop, per poterne scrivere con più partecipata realtà (alcuni album si sgonfiano dopo qualche giorno, anche se non parrebbe questo il caso). Invece, parliamo qui della non fraintendibile gaiezza degli amori raccontati da Mahmood in NLDA. Un amore fr*ciss*m0 ribadito non solo grazie ai micro-video che accompagnano lo streaming delle canzoni dalle piattaforme digitali, e di cui qui pubblichiamo alcuni screenshot, ma anche e soprattutto nei testi. Inequivocabili nelle descrizioni, nei riferimenti a fatti di quotidiana gaiezza, nelle sfumature gelose e nei tormenti, ben descritti dall’interno di un vissuto che, anziché affiggere manifesti politici, racconta la propria personale percezione della relazione. E poi, tutto è finalmente inequivocabile nel genere utilizzato dalla lingua per nomi e pronomi.

Senza troppo appellarsi a pronomi neutri alla tizianoferroprimamaniera, i testi di Nei letti degli altri fanno capire che – YES!- ci sono maschi che scopano con maschi, e che si finisce a letto in tre (maschi) e uno invece voleva solo i fiori. C’è poi un tizio definito con genere maschile che parla del proprio ex fidanzato appellato con il maschile, che gli presenta il nuovo tipo con cui esce, anch’egli narrato con pronomi maschili. E altri scampoli di normalissima vita sentimentale gaia. Insomma Luca era gay ed è rimasto gay.

Mahmood - visual dai microvideo streaming delle tracce di Nei letti degli altri - visual artist: FREDERIK HEYMAN

Mahmood – screenshot dai microvideo streaming delle tracce di Nei letti degli altri – visual artist: FREDERIK HEYMAN

Finalmente in questo sciagurato paese un artista totalmente mainstream, popolarissimo, mattatore di almeno 3 festival di Sanremo (di cui 2, vinti), conosciuto praticamente da chiunque, un artista cantato e ballato dai bambini, apprezzato dalle nonne per via dei soldi-soldi-soldi, segretamente amatissimo da zie e cognati per via dei nudo-con-i-brividiiiiii, canta l’amore tra due uomini, lo sventra e lo ricuce, lo fa volare, poi lo affossa, lo dipinge nelle mille, sfiancanti e meravigliose sfumature di qualsiasi amore, per restituirci una serie di coloratissimi ritratti situazionisti di amore gaio, che altro non è che una struggente, ubriacante pena, un dolore bellissimo, come ogni altro amore. E allora si chiude il cerchio del no etichette, frase che anni fa costò a Mahmood la crocifissione da parte di una popolosa e agguerrita frangia di attivisimi queer. Insomma – cavoli – questo Mahmood non ha mai fatto coming out, ho sentito gridare più volte.

Mahmood - screenshot dai microvideo streaming delle tracce di Nei letti degli altri - visual artist: FREDERIK HEYMAN
Mahmood – screenshot dai microvideo streaming delle tracce di Nei letti degli altri – visual artist: FREDERIK HEYMAN

Ad ogni modo, come detto, rimandiamo a un prossimo articolo le riflessioni sui testi ricchi, ricchissimi di Nei letti degli altri, e rimandiamo a un prossimo articolo pure le nostre impressioni sulla evidente evoluzione musicale di questo album, che segna un Mahmood meno criptico di Ghettolimpo, anche nei suoni, e più – come dire? – rilassato, serenamente a proprio agio con la propria vibrante vocazione black, ma nondimeno pronto a seminare disturbi di suoni sferraglianti, roboanti, cupi, acidi, che cuciono passato e futuro, tengono insieme contrasti. Uniscono mondi lontani. Ma ne riparleremo (sempre che dopo questo articolo non mi licenzino).

MAHMOOD – NEI LETTI DEGLI ALTRI TRACKLIST

1. NLDA Intro ft. Slina Soledad
2. ⁠Tuta Gold
3. ⁠<3 <3 <3 <3 (Mariposa? ndr)
4. ⁠<3 <3 <3 <3
5. ⁠Cocktail D’Amore
6. ⁠<3 <3 <3 <3
7. ⁠Nei Letti Degli Altri
8. ⁠Tutti Contro Tutti
9. ⁠Bakugo
10. ⁠Neve sulle Jordan ft. @capoplaza
11. ⁠Nel Tuo Mare
12. ⁠Paradiso ft. Chiello e Tedua
13. ⁠Stella Cadente

Ne riparleremo, anche perché Nei letti degli altri è un album breve, troppo breve!, soltanto 30 minuti di canzoni: no dico, ma siamo mattə? 3 anni per 30 minuti? È uno scherzo? Certo, c’è un però. L’artista pubblicherà altre tre canzoni, e infatti, a proposito: si può sapere dove siano mai finite le tre tracce annunciate dai cuoricini e sparite dalle piattaforme di streaming? Si dice che siano contenute sui CD e sui vinili (e io infatti li ho già ordinati, pagando, ma non sono stati ancora consegnati dal corriere, una sofferenza atroce). Si dice che per esempio una delle tre tracce sarà quel velo rosa unito a una mariposa, canzone anticipata durante una specie di fashion-surprise improvvisata a Palazzo Reale a Milano e da noi rubato ecco il VIDEO! >>>

Ma torniamo alla gaiezza di Nei letti degli altri.

Mahmood - screenshot dai microvideo streaming delle tracce di Nei letti degli altri - visual artist: FREDERIK HEYMAN
Mahmood – screenshot dai microvideo streaming delle tracce di Nei letti degli altri – visual artist: FREDERIK HEYMAN

La notizia infatti è che Mahmood non solo è quell’artista che mai, neanche in passato, ha simulato l’amore eterosessuale nei propri testi, preferendo semmai scorciatoie neutre. PARENTESI > I poveri Pietro Gomez e Roberto D’Agostino sono stati massacrati per un presunto outing del piffero a Mahmood e a quell’altra pora-stella di Mengoni, orde di attivisti infoiati dai narcisismi social hanno innalzato scudi contro una presunta violenza ai danni dei due artisti. Uno dei quali – qui ricordiamo – ha sventolato la bandiera queer in mondovisione a Eurovision (insomma: ma uno che deve fare?), e l’altro proprio nei minuti del presunto outing publicava un album che praticamente è un manifesto fr**io: e basta!CHIUSA PARENTESI

Nota in mezzo all’articolo: non pubblichiamo i testi di Mahmmod, ascoltate l’album e capirete! (c’era stato un po’ di spoileraggio con i materassi…)

La notizia è che in tutte le canzoni de NLDA in cui si parla d’amore, Mahmood racconta l’amore gay senza simulare, senza nascondersi. E considerando l’inutilità delle interviste di Mahmood (l’artista con le più inutili risposte che si ricordino durante le interviste, sempre smorzate con quelle spudorate facce da meme: vi rivelo un piccolo gossip, uno stimato scrittore anni fa lo intervistò cavandone – per una volta! – eccellenti risposte, ma poi il direttore del noto magazine vanitosissimo cambiò il testo!), dunque ricordandovi che Mahmood parla sempre e solo con le canzoni, diciamoci pure che a questo giro la gaytudine viene dipanata con dissimulato orgoglio.

Mahmood - screenshot dai microvideo streaming delle tracce di Nei letti degli altri - visual artist: FREDERIK HEYMAN
Mahmood – screenshot dai microvideo streaming delle tracce di Nei letti degli altri – visual artist: FREDERIK HEYMAN

Mahmood ha sbagliato a farsi imprigionare in questa polemica tirata avanti per anni? Non saprei dirlo, possiamo anche dirci che – forse – molt* attivist* oggi potrebbero convenire che – forse – Alessandro Mahmoud nato a Milano il 12 Settembre 1992 da madre sarda e padre egiziano e per questo bullizzato persino da un ministro di questo sciagurato paese, ha soltanto alzato l’asticella, sempre più in alto. E infatti, come già scritto da questo piccolo e impertinente sito, l’orizzonte è già altrove. Altro che amore gay.

Mahmood - screenshot dai microvideo streaming delle tracce di Nei letti degli altri - visual artist: FREDERIK HEYMAN
Mahmood – screenshot dai microvideo streaming delle tracce di Nei letti degli altri – visual artist: FREDERIK HEYMAN

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