Il mese scorso Billy Porter è soprendentemente partito all’attacco di Harry Styles, ‘accusato’ dal divo di Pose di aver indossato un abito femminile sulla copertina di Vogue solo e soltanto perché era la cosa giusta da fare. Intervistato dal Times, Porter era così partito all’attacco dell’ex One Direction: “Questa per me è politica. Questa è la mia vita. Ho dovuto lottare per tutta la vita per arrivare al punto in cui ho potuto indossare un vestito agli Oscar e non essere ucciso per questo. Tutto quello che deve fare Harry è essere bianco ed etero”. “A lui non importa, lo sta solo facendo perché è la cosa giusta da fare“.
Parole che hanno suscitato clamore e dato vita ad un dibattito sui social, tra chi appoggiava Porter e chi difendeva Styles. Passate poche settimane, Billy ha fatto un passo indietro e chiesto scusa al cantante, nel corso del Late Show con Stephen Colbert.
“La prima cosa che voglio dire è, Harry Styles, mi scuso con te per avere pronunciato il tuo nome. Questo non riguarda te. È un discorso che non riguarda te. È una conversazione in realtà più profonda di così. Riguarda i sistemi di oppressione e cancellazione delle persone di colore che contribuiscono alla cultura”. “Mi dispiace, Harry. Non volevo farti del male. Sono un uomo gay. Harry ci piace, è carino“.
Styles è negli anni diventato icona genderless, pur non avendo mai specificato il proprio orientamento sessuale. Solo pochi giorni fa ha aiutato una giovane fan a fare coming out con sua madre nel pieno di un concerto. Harry non ha mai commentato l’iniziale attacco di Porter, preferendo il silenzio alla polemica. Oggi ufficialmente chiusa dal diretto interessato.
Billy si appresta a dirigere What If, suo esordio alla regia con protagonista una liceale transgender afroamericana.
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