Sembrano lontane anni luce, eppure le elezioni americane sono dietro l’angolo. A novembre 2024, i cittadini statunitensi saranno chiamati a eleggere il nuovo presidente e, se in molti si aspettavano un nuovo testa a testa tra Donald Trump e Joe Biden, emerge un nome nuovo che potrebbe cambiare la dinamica della corsa: Gavin Newsom.
Attuale governatore della California, è visto da molti come una possibile alternativa all’attuale timoniere del partito democratico nonché presidente, Joe Biden, attualmente in difficoltà nei sondaggi e con una popolarità in calo – dovuta anche a sospetti problemi di salute.
Ma non è solo l’America a tenere d’occhio le voci di corridoio. Anche l’Europa, che vive con apprensione la ricandidatura alla Casa Bianca dell’ex presidente Trump, guarda con interesse al turnover interno al partito democratico.
Chi è Gavin Newsom
Pro-aborto, ambientalista, fervente ally per la comunità LGBTQIA+, Gavin Newsom, classe 1967, è un politico e imprenditore che opera attualmente come 40° governatore della California, enfant terrible dell’élite democratica americana.
La sua turbolenta vita privata è balzata per la prima volta agli onori della cronaca nel 2007, quando fu al centro di uno scandalo che lo vedeva impegnato in una tresca extraconiugale con la moglie del suo migliore amico e collaboratore Alex Tourk.
Dopo il divorzio con la prima moglie Kimberly Guilfoyle, nel 2007 – ancora reduce dagli strascichi dello scandalo – aveva dichiarato di volersi “disintossicare dall’alcol”, per poi fare marcia indietro e negare di aver alcuna dipendenza. Nello stesso anno ha sposato la regista Jennifer Siebel – da cui ha avuto quattro figli.
Carriera politica
Nel 2003, Newsom guadagna il primo ruolo di rilievo in ambito politico con l’elezione a sindaco di San Francisco, carica che ha ricoperto fino al 2011. Durante il suo mandato, Newsom ha guadagnato notorietà nazionale per alcune delle sue politiche progressiste, inclusa la decisione di autorizzare illegalmente i matrimoni tra persone dello stesso sesso nel 2004.
Newsom è poi stato eletto vicegovernatore della California nel 2010, carica che ha mantenuto fino al 2019, quando è stato eletto governatore. Pochi mesi dopo, la pandemia: in molti avevano criticato le sue politiche in merito – tanto da culminare in un tentativo di impeachment nel 2021, dal quale è uscito indenne. È stato infatti rieletto nel 2022.
Gavin Newsom e la battaglia sul matrimonio egualitario e l’impegno per i diritti della comunità LGBTIQ+
Gavin Newsom si è sempre dichiarato – non solo a parole, ma anche con i fatti – grande alleato per la comunità LGBTQIA+. La sua posizione su questi temi è stata inequivocabile fin dai suoi primi giorni come sindaco di San Francisco.
Nel 2004, Newsom fu pioniere della battaglia per il raggiungimento della legge sul matrimonio egualitario negli USA. Newsom ebbe il merito di portare all’attenzione nazionale il tema della parità piena dei diritti delle coppie omosessuali, grazie a una decisione coraggiosa e senza precedenti: in un atto di disobbedienza civile, Newsom in qualità di sindaco di San Francisco ordinò all’ufficio del city-county clerk di San Francisco di rilasciare illegalmente licenze matrimoniali a coppie dello stesso sesso (qui la notizia dall’archivio di Gay.it >>>).
Fu un gesto politico di immensa portata, che tracciò chiaramente la via per i democratici USA e non solo:
Si poteva e si doveva disobbedire. Come stanno oggi facendo molti sindaci italiani sulla persecuzione delle famiglie omogenitoriali da parte della destra di Giorgia Meloni).
L’azione di disobbedienza di Newsom fu coarggiosa e suscitò l’attenzione nazionale sulla questione. La legalizzazione del matrimonio egualitario negli Stati Uniti fu istituita in tutto il paese il 26 Giugno 2015 grazie alla Corte Suprema e alla sentenza Obergefell v. Hodges. La sessa sentenza che, come spiegato in questo articolo del Giungo 22 su Gay.it, potrebbe essere nuovamente messa in discussione dalla Corte, come già accaduto dall’aborto.
Newsom ha continuato a essere un attore chiave nella lotta per i diritti LGBTQIA+. Ha attivamente contrastato la Proposizione 8, un’iniziativa referendaria che mirava ad annullare la decisione della Corte Suprema della California, la quale aveva riconosciuto il diritto costituzionale al matrimonio egualitario.
Nel suo ruolo di governatore, Newsom ha ulteriormente consolidato la California come stato pioniere nella tutela dei diritti LGBTQIA+, dichiarandola primo “Stato santuario” per i giovani transgender in fuga dagli Stati transfobici e proclamando ufficialmente giugno di quest’anno come il Mese dell’Orgoglio LGBTQ+ nel territorio dello stato.
Non solo, Newsom ha imposto una sanzione di 1,5 milioni di dollari a un distretto scolastico il cui consiglio aveva rifiutato un programma di studi che includeva una biografia di Harvey Milk, icona nella storia dell’attivismo LGBTQIA+.
Newsom ha anche firmato una serie di leggi che mirano a sostenere i giovani LGBTQIA+, tra cui una che impone alle famiglie affidatarie di dimostrare la loro apertura e disponibilità a soddisfare le esigenze dei minori affidati, indipendentemente dal loro orientamento sessuale o identità di genere.
In un’America che attualmente nega il riconoscimento dell’identità di genere a centinaia di migliaia di giovani in tutto il paese con leggi federali draconiane, un nuovo presidente da un partito democratico rinnovato e rinvigorito potrebbe rappresentare il punto di svolta, ribilanciando la situazione e restaurando diritti che sono stati recentemente revocati.