Tra le più belle notizie del prossimo Festival di Sanremo (qui l’anteprima delle canzoni già ascoltate da Gay.it >), c’è il ritorno del duo che ci ha rubato il cuore: La Rappresentante di Lista, gruppo musicale formato da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, torneranno sul palco dell’Ariston con il brano “Ciao, ciao”.
“Ci siamo accorti che questa canzone, come è successo altre volte, ha dentro tante delle nostre paure, alcune sono cambiate, come cambia il mondo e cambiamo noi, e ha dentro anche i nostri desideri.” scrivono sul profilo Instagram.
Visualizza questo post su Instagram
Ad accompagnare il pezzo una dirompente illustrazione dell’artista Manuela Di Pisa (@fazolky): se il precedente album “My mamma” si presentava con una deliziosa vagina in primo piano, incorniciata tra cascate di stelle e oro, il nuovo artwork ci sbatte in faccia due chiappe sode come una pesca matura.
La loro presenza al Festival è per me un respiro di sollievo: sono un tripudio di colori fluo e vulnerabilità, per nulla intenzionatǝ a piegarsi alle ammuffite abitudini della tradizione italiota.
Per alcunǝ risulterà una cosina infima, ma quando Veronica ha spezzato il bouquet di Amadaeus per darne un pezzo anche a Dario il mio cuore è arrivato sul soffitto. Non sarà un caso che dopo quel piccolo grande gesto, più di qualche altrǝ concorrente in gara ha storto il naso alla pratica di riservare i fiori “solo alle donne”.
Ma chi è La Rappresentante di Lista? E perché merita la nostra attenzione?
“Il futuro della musica italiana” li ha definiti Donatella Rettore — con cui hanno duettato l’anno scorso, sempre sul palco dell’Ariston, sulle note di “Splendido Splendente”.
Hanno un nome che risale al 2011, quando Veronica per poter votare al referendum abrogativo sull’energia nucleare, in quanto fuori sede, si dovette iscrivere ad uno dei partiti proprio come rappresentante di lista.
Non per niente, la natura politica e rivoluzionaria pervade le melodie e i testi delle loro canzoni, risuonando come una marcia o una parata contro ogni forma di oppressione: “no armi, no guerra, no violenza!” urlano i cori nel bridge di “Resistere” (splendido inno alla resilienza di 5:47 minuti) mentre la stessa “Mai Mamma” è una satirica e avventurosa ninna nanna ninna oh che si rivolta al sistema fallocentrico.
“Tutto è caldo, ogni lotta è collegata. Non si può essere femministǝ senza essere antispecistǝ senza essere antifascistǝ.” ha dichiarato Dario “L’ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio”.
Il corpo, in ogni sua espressione e forma, è al centro della loro arte, sia sul piano visivo, sia su quello narrativo, come nel brano “Questo corpo” (che Paolo Sorrentino ha inserito nella colonna sonora ufficiale del suo The Young Pope) dove viene definito “una festa, pieno di falsi amori, pieno peli” ma soprattutto un “corpo che vuole bene”.
Il duo — sin dagli esordi declinato con un orgoglioso femminile universale — è dichiaratamente queer (o come amano chiamarsi loro una “queer pop band”). Queer non solo nell’aesthetic o il vestiario che rimane una festa per gli occhi, ma anche in un genere musicale incatalogabile:
“È una parola che abbiamo preso in prestito” dichiarano in un’intervista per Le Iene “Queer come libero, oltre il genere, trasversale. Possiamo passare da una canzone pop a una rock a una funky o una folk. È un pop più libero.”
In un panorama musicale italiano che ancora arranca per dei coming out pubblici o delle posizioni politiche precise e chiare, nel 2021 La Rappresentante di Lista sono staty tra lǝ artistǝ più schieratǝ per l’approvazione del DDL Zan, chiamandolo un passo in avanti “per allinearci con l’Europa più virtuosa” .
La fluidità oltre che nel genere e la sessualità, trova massima espressione anche nell’arte , muovendosi dal teatro (si incontrano per la prima volta durante le prove dello spettacolo teatrale Educazione Fisica nel 2011) alla letteratura: sempre lo scorso anno, è uscito il loro primo romanzo “Mai mamma”, prolungazione dell’universo narrato nell’omonimo disco.
È la storia di Lavinia, una donna in gravidanza che partorirà in concomitanza con la fine del mondo, una doppia scadenza che diventa l’occasione per ribaltare gli schemi che ci portiamo sulle spalle da secoli.
La Rappresentante di Lista è quell’arte che guarda in avanti, che celebra una musica che tenta in qualche modo di fare da guida e sostegno alle persone sconfitte dalla società, ma che non si piegano mai.
“Con la nostra musica tentiamo di avere uno sguardo oltre, verso un altrove, verso un mondo utopico, verso un futuro” racconta Veronica in un’intervista al Concerto Filosofico di Tlon “uno sguardo di speranza che possa leggere un’aria che nel momento presente subodori, e nel momento dopo ti suggerisce il possibile. Avere un altro sguardo per guardare quello che ci succede.”
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.