La Corte Europea dei diritti umani ha respinto il ricorso che alcune coppie omosessuali avevano intrapreso contro l’Italia, in cui si chiedeva di condannare il nostro paese, perché non permette di trascrivere all’anagrafe gli atti di nascita legalmente riconosciuti all’estero per bambini nati attraverso maternità surrogata.
La motivazione fornita dalla Corte Europea sottolinea che mancano i requisiti di impossibilità per avvallare un’opposizione ai provvedimenti del Governo Italiano. La Corte infatti spiega che le coppie – inclusa una coppia eterosessuale – che hanno fatto ricorso contro gli annullamenti e le impossibilità di trascrizione all’anagrafe italiana, avevano la possibilità comunque di intraprendere un percorso di stepchild adoption.
I giudici di Strasburgo infatti scrivono:
“Il desiderio delle coppie di veder riconosciuto un legame tra i bambini e i loro genitori intenzionali non si è scontrato con un’impossibilità generale e assoluta, dal momento che avevano a disposizione l’opzione dell’adozione e non l’avevano utilizzata“.
Si stringe ormai definitivamente la tenaglia sulle famiglie arcobaleno italiane, che saranno costrette a ricorrere alla stepchild adoption, come da sempre richiesto dalla Ministra Roccella, che fino a qualche anno fa si scagliava contro la stepchild, per indicarla oggi come miglior soluzione possibile.
Tutto è iniziato con la sentenza 38162 che la Cassazione ha depositato il 30 dicembre 2022, nella quale la Corte stabiliva che non era ammessa l’iscrizione automatica all’anagrafe di due genitori che hanno avuto un figlio tramite maternità surrogata. La Corte di Cassazione indicava nell’adozione speciale (stepchild adoption) l’unico strumento possibile. Una procedura ben più lunga di una normale e immediata trascrizione all’anagrafe. In Italia occorrono mediamente 3 anni e 7 mesi per l’adozione speciale. Un lungo lasso di tempo in cui i bambini hanno, per lo Stato, un solo genitore.
Molti sindaci italiani, prima e dopo la sentenza, avevano sorvolato e trascritto automaticamente molte famiglie arcobaleno. Fin quando è arrivata la circolare Piantedosi, con la quale il Governo Meloni ha intimato tribunali, sindaci e procure a non trascrivere nuovi atti e ad impugnare gli atti già trascritti. È così iniziato il certosino piano di persecuzione delle famiglie omogenitoriali da parte dell’attuale maggioranza di destra, grazie anche al vuoto legislativo lasciato da Partito Democratico e Cinquestelle (insieme a Lega e Forza Italia) che hanno governato nella precedente legislatura.
È storia delle ultime settimane come il Governo Meloni stia andando avanti per la propria strada: da Bergamo a Padova, gli atti di registrazioni di molte famiglie omogenitoriali precedentemente trascritti sono stati impugnati, qualsiasi nuova trascrizione è, come da ordinamento attuale in Italia, impossibile.
La sentenza di poche ore fa della Corte Europea risuona come l’atto finale e per certi versi definitivo che conferma che in Italia le persone omosessuali sono cittadini di serie B e non hanno diritto a trascrivere la propria genitorialità all’anagrafe, ma devono compiere un più tortuoso e dispendioso processo di adozione speciale (stepchild adoption).
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