Se Ivan Scalfarotto ha ieri sera detto “no” a qualsiasi tipo di mediazione con le destre sul DDL Zan, da Italia Viva continuano comunque ad arrivare segnali contraddittori nei confronti della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Davide Faraone, capogruppo al Senato, e soprattutto Elena Bonetti, ministra per le pari opportunità, hanno chiesto una ‘mediazione’ sul DDL con tutte le altre forze politiche presenti in Parlamento, aprendo a modifiche al disegno di legge già votato e approvato alla Camera dagli stessi deputati Iv.
Monica Cirinnà, responsabile diritti del Partito Democratico, ha oggi attaccato dalle pagine de LaRepubblica.
Sono ottimista se i colleghi senatori della maggioranza giallorossa capiscono che non c’è altra strada se non approvare il ddl Zan così com’è. Un tavolo di confronto con le destre? Lo si può fare, certo. Però vorrei sapere dai renziani se, davanti al fallimento di quel tavolo, loro sono poi disposti a votare la legge Zan. Vogliono la prova dell’impossibilità del dialogo? Facciamola. Però alla fine votino. La mediazione sul testo delle destre, il ddl Ronzulli-Salvini, è insostenibile.
Cirinnà ha aspramente criticato Elena Bonetti, ministra per le pari opportunità che ha ieri incredibilmente chiesto una mediazione politica sul DDL Zan con Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia: “La ministra Bonetti con la sua posizione contraddice anche se stessa rispetto a quanto detto, oltre a quanto fatto dai renziani alla Camera. Ad esempio, la richiesta di inserire all’articolo uno del testo Zan a proposito della discriminazione le definizioni di ‘sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere’, è stata di Italia Viva e approvata in aula con un emendamento a prima firma Lucia Annibali. La contraddizione vale anche per gli altri due punti controversi, ovvero la clausola del ‘salva idee’ e le iniziative nelle scuole. I renziani hanno condiviso tutto il percorso fin qui del ddl Zan“.
Parole chiare che di fatto smascherano l’apparente giravolta IV, che secondo la senatrice dem “sta facendo tattica politica per dimostrare al centrodestra la disponibilità di programmi e valori in vista delle elezioni future“. “La determinazione con cui il segretario dem Letta si sta spendendo per il ddl Zan è un altro elemento che conduce, a mio avviso, i renziani a colpire il Pd su questo punto“.
Anche all’interno del Pd si sono comunque levate voci di dissenso, tra alcuni senatori e senatrici, ma Cirinnà sottolinea come “entrambe le riunioni di gruppo che abbiamo tenuto si sono concluse con la decisione di votare in modo compatto“. Se tutto ciò avverrà al cospetto degli immancabili voti segreti, nessuno potrà realmente saperlo. Nel dubbio, la madre delle unioni civili all’italiana è certa che l’unica strada a breve percorribile sarà quella dell’aula diretta, senza relatore al seguito, in fuga dalla commissione giustizia a trazione leghista: “A Ostellari abbiamo chiesto di acquisire il fascicolo delle audizioni già fatte alla Camera. È evidente che averne accolte 170, seppure poi ridotte a 70, semplicemente doppia le posizioni già espresse. Fa bene Arcigay non volersi prestare a questa pantomima”.
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