Dal palco della Conservative Political Action Conference di Orlando, in Florida, in cui si trova anche Giorgia Meloni, Donald Trump è tornato a parlare, annunciando di fatto la sua ricandidatura per le presidenziali del 2024. “Abbiamo già vinto due volte, possiamo vincere anche la terza”, ha volutamente provocato, ribadendo la menzogna dei brogli elettorali che avrebbero favorito Joe Biden lo scorso novembre. Brogli inesistenti, come certificato persino dai governatori repubblicani.
Dopo aver definito Vladimir Putin “un genio” la scorsa settimana, il tycoon è tornato a parlare del presidente russo, messo alle strette dal mondo intero dopo la criminale e sanguinosa invasione dell’Ucraina. “Il problema non è che Vladimir Putin è intelligente, è che i nostri leader sono stupidi”, ha tuonato Trump, convinto che “con me alla presidenza non sarebbe mai successo”. “Per me sarebbe stato facile mettere fine a quello che sta accadendo, a questa farsa”, ha proseguito, perché “sono l’unico presidente del 21mo secolo durante il quale la Russia non ha invaso un altro Paese“.
Nelle stesse ore in cui Trump è tornato a parlare in pubblico, anche Hillary Clinton, proprio da Donald inaspettatamente sconfitta nel 2015, si è ripresa la scena politica nazionale. A detta dell’ex first lady, infatti, Putin piace ai repubblicani d’America perché “omotransfobico” e contrario alla “libertà“.
Sul fronte ucraino, Hillary ha descritto l’invasione russa come “triste”, per poi aggiungere: “Non credo davvero che volesse inizialmente invadere. Penso che volesse fare qualcosa per poi negoziare. Ma tutto è rapidamente peggiorato”. Negli ultimi giorni Putin è stato incredibilmente sostenuto da alcuni esponenti repubblicani, con Clinton che li ha definiti “ingenui e pericolosi”.
“In qualche modo lo vedono a loro affine perché Putin si presenta come un leader di potere, con alcuni valori a loro analoghi come l’omotransfobia e la poca voglia di democrazia. Questo è straziante ma anche pericoloso, e penso che sia arrivato il momento affinché chi abbia ancora un po’ di senso nel Partito Repubblicano dica, “OK, aiutateci a difendere l’Ucraina contro Putin’, per replicare a quelle persone che nella politica, nel governo, nei media e altrove nel nostro Paese stanno letteralmente appoggiando e confortando a un nemico della libertà e della democrazia. Non si può continuare a giocare con l’ambizione non solo di Putin, ma anche del presidente cinese Xi [Jinping], di minare la democrazia, dividere e conquistare letteralmente l’Occidente senza mai invaderci, ma mettendoci l’uno contro l’altro”.
Non tutti gli esponenti repubblicani, va detto, hanno difeso Putin. Kevin McCarthy, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato della California, lo ha pubblicamente definito “un uomo autoritario” che desidera ardentemente “un impero, e noi dobbiamo fare tutto il possibile per fermarlo“. Dinanzi alle bombe che da giorni stanno insanguinando l’Ucraina e la sua capitale, anche la comunità LGBTQ+ è in allarme, come a noi denunciato da Lenny Emson del Kiev Pride.
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