Queer Ecology, ve ne abbiamo parlato in una guida. Attivisti che si battono per l’ecologia e il pianeta e che, casualmente, sono anche queer. C’è invece chi, oltre ad essere queer, è anche ecosessuale. Il modo più semplice per spiegare cosa significa è: una persona che ama la Terra. Ma l’ecosessualità non si ferma qui. La cosa sorprendente di questo nuovo movimento è che il nostro pianeta viene considerato come un amante e la persona gode di tutti i piaceri sensuali che ha da offrire. A questo punto potreste chiedervi, “come fare una camminata e godere dell’aria fresca, del sole o della natura”? Non esattamente.
Lo hanno spiegato Beth Stephens e Annie Sprinkle durante un’intervista a This Morning. Beth e Anne sono una coppia sposata che vive negli Stati Uniti, e lo hanno definito come un termine per «identificare le proprie preferenze. Si può essere ecosessuali e anche eterosessuali o omosessuali, o anche asessuali. Non si deve rinunciare a nessuna delle proprie identità».
«Significa solo che ti piace provare piacere con la Terra e allo stesso tempo dare anche piacere alla Terra»
Per fare un esempio pratico, Beth ha spiegato che, quando si esce per una camminata, è come se si stesse facendo un massaggio alla Terra. Oppure si tratta di apprezzare i fiori considerandoli come gli organi produttivi delle piante. O ancora – ma questo, hanno detto, è un po’ più avanzato – praticare il grassilingus. Cunnilingus, con il prato.
La coppia ha fondato un’associazione no-profit chiamata E.A.R.T.H. Lab, che si propone di “mettere in discussione ed espandere le prevalenti nozioni di arte ambientale, sfidare i concetti binari del mainstream di genere, sessualità e razza, incorporare possibilità inclusive, diverse e fantasiose per una vita sostenibile, e sostenere l’adozione di politiche pubbliche basate su pratiche ambientali scientificamente informate”. Hanno anche scritto un libro dal titolo Assuming the Ecosexual Position: The Earth As Lover (Assumere la posizione ecosessuale: la Terra come amante), in cui raccontano nello specifico la visione di questo nuovo movimento. È in lavorazione anche un docu-film, Water Makes Us Set.
Da un lato, l’ecosessualità ha anche uno slancio poetico. Nelle loro stesse parole, «si può guardare il cielo e sapere di avere un amante, si può camminare nell’erba e sapere di avere un’amante». C’è chi ama la natura più di altrə, ed è bellissimo. Non hanno nemmeno tutti i torti quando, a seguito delle molte critiche, rispondono come essere intimi con un albero non sia accettabile, ma distruggere intere foreste pluviali o rovesciare tonnellate di petrolio negli oceani sia diventato parte della quotidianità. Difficile controbattere, visto che praticamente ogni giorno ci lamentiamo delle corporazioni che distruggono scavo dopo scavo le risorse naturali del pianeta.
Nonostante si tratti di qualcosa di decisamente inconsueto, che ha scatenato anche l’ironia dei social, da più fronti l’ecosessualità è definita come uno spazio necessario, e che mancava, al di fuori dei canali più classici e mainstream dell’attivismo ambientale. Sempre più persone si stanno interessando all’ecosessualità e sarà sicuramente un movimento da tenere d’occhio prossimamente. Se tutto il resto non funziona, chissà che un atto di vero amore non sia quello decisivo per salvare il pianeta.
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